ALIENI
di Fabio Volino
Introduzione
Cosa c'è di meglio per i nostri supereroi di una invasione aliena? Buona lettura!
Capitolo Primo
VITA, STORIE E PENSIERI DI MOLTI ALIENI
Ora.
"Non potete nulla contro di me!" urla l' uomo che uomo non è "Perché io sono invincibile!". Ed in pochi secondi i Difensori sono tutti a terra, tranne uno.
New York, qualche giorno prima.
"Terminato!". L' esclamazione di gioia e stupore esce spontanea dalla sua bocca: finalmente la stesura del suo primo libro è conclusa. Carol Danvers osserva le numerose pagine dattiloscritte davanti a lei, ricorda il duro lavoro che c'è stato dietro: con i suoi impegni da Warbird sembrava non dovesse finirlo mai, ma da quando i poteri le sono stati sottratti… si è aggrappata disperatamente a qualcosa che non la facesse precipitare nuovamente nel baratro. Ed il libro riflette molte delle sue ultime esperienze: si intitola 'Andata e ritorno per l' Inferno' ed è incentrato su una ragazza che precipita nel tunnel dell' alcolismo e ne esce fuori con estrema difficoltà. La storia della sua vita in pratica. Seicento pagine, non credeva sarebbe stato così lungo, spera che il suo editore non apporti troppi tagli, anche se a ben pensare è stato anche troppo indulgente con lei. Che si stia aprendo una nuova fase della sua vita? Davvero i giorni da supereroina sono alle sue spalle e da ora in poi la attende una vita da civile? Lei ne dubita molto, ci sono marchi che non riesci mai a toglierti di dosso. Anche se qualcuno ci prova, come ha fatto l' altrieri Patsy Walker.
Greenwich Village. Sancta Sanctorum di Rintrah. Due giorni prima.
"Ho trovato un caso che potrebbe interessarci" afferma Dane Whitman.
"Cosa riguarda?" chiede Gargoyle.
"Bambini scomparsi". Subito tutti tendono le orecchie. "Sapete, sono avvenuti strani eventi ultimamente in questa città" posa un suo dito su una cartina geografica "Reading, in Pennsylvania. Ha tutto inizio alcuni mesi fa quando il piccolo Haley Mills scompare da casa senza lasciare tracce. Si fecero ampie ricerche, ma non portarono a nulla. Dopo lui subirono la stessa sorte altri ragazzi del luogo, alcuni provenienti anche da città confinanti: questo, oltre all' attenzione della polizia, catturò anche la curiosità di un giornalista, David Poborsky.
È dai suoi articoli che sono venuto a conoscenza dell' intera vicenda. Deve aver ficcato il naso in affari troppo grandi perché poco tempo fa è stato trovato morto in auto: incidente stradale, riferisce l' autopsia, ma se permettete io ho molti dubbi".
"Ma le indagini su quei bambini?" chiede Carol.
"Hanno subito una battuta d' arresto quando si è scatenato l' Inferno: dopo si è pensato più che altro a ricostruire la città. Soltanto che ultimamente Scarlet dei Vendicatori ha provveduto a riportarla al suo stato pre-infernale. Dunque può essere solo una questione di tempo prima che un altro bambino scompaia. Ci siamo eletti Difensori della gente comune, è tempo di mettere in atto quelle parole".
"Io non vengo" annuncia Patsy Walker. Tutti si voltano verso di lei.
"E perché mai?" chiede Gargoyle.
"Ho voluto bruciare le tappe" spiega la donna "Sono ritornata in vita e subito pensavo di potermi gettare nuovamente nella mischia senza problemi: ma decisamente non ero pronta, ho subito una bella batosta con quei Segugi ultimamente. Badate bene, non è un volervi voltare le spalle, vi chiedo solo di darmi un po' di tempo, di farmi nuovamente abituare al mondo che mi circonda, un mondo per certi versi completamente nuovo per me. Poi, quando finalmente mi sentirò pronta, tornerò da voi: comunque non voglio mettervi in una situazione difficile, se volete che non faccia più parte del gruppo ditelo senza problemi. Sarebbe anche la soluzione più logica, a ben vedere".
Tutti si voltano istantaneamente verso il Cavaliere Nero, a quanto pare è stato eletto all' unanimità loro leader:"Non dire sciocchezze, Patsy" ribatte lui "Sei un elemento prezioso per noi e comprendo le tue difficoltà: anch' io quando tornai da un altro universo per un certo tempo mi sentii un po' spaesato, fuori dal mio tempo. Prenditi tutto il tempo che vuoi, noi ti aspetteremo".
Hellcat annuisce:"Ti ringrazio per la tua comprensione: comunque, quando trovate quella banda di rapinatori, date loro una lezione anche da parte mia".
"E da vedere se sia davvero una banda" precisa Mach-1.
"Te la senti di venire con noi, Abe?" chiede Carol "Non vorrei ti creassimo problemi riguardo i tuoi impegni coi Vendicatori".
"Nessun problema" ribatte lui. Ma il problema c'è e come: recentemente Jenkins ha avuto una aspra discussione con Songbird, la sua amata, il voler primeggiare a tutti i costi anche come eroe potrebbe forse portarlo alla rovina. Ma sente di dover andare avanti.
Appartamento di Carol Danvers. Due giorni dopo.
Qualcuno bussa alla porta: è Dane. Carol lo fa entrare, un sorriso radioso sul suo volto, era da molto che non lo sfoggiava.
"Ehi, è accaduto qualcosa di bello?" non può far a meno di chiedere il Cavaliere Nero.
"Guarda lì" dice la donna indicando la sua scrivania "Quel bel mucchio di pagine che vedi è il mio primo romanzo… finalmente completato".
"Ma è una notizia stupenda!" esclama lui, avvicinandosi e toccando quelle pagine quasi con rispetto "Devi farmelo leggere in anteprima, d' accordo?".
"Promesso: quando partiamo per Reading?".
"Tra un paio d' ore".
"Ritieni utile la mia presenza?".
"Sei stata nell' esercito, le tue capacità lì acquisite potrebbero rivelarsi utili, potrebbero rivelarsi più utili di mille superpoteri, anche se…".
"Non tenermi in sospeso, Dane, vai avanti".
"Beh, innanzitutto il mio medico mi ha confermato che la mia spalla ferita ha riacquistato piena mobilità. Secondariamente in questo periodo non me ne sono stato con le mani in mano, guarda". L' uomo alza la manica del suo vestito, rivelando sotto di esso un congegno, praticamente non si vedeva prima. Preme un bottone su di esso e subito dopo una spada laser fuoriesce.
"Notevole" commenta Carol sorpresa.
"Sai com'è, con la Lama Nera irreperibile e la Spada di Luce distrutta ho dovuto riadattare un mio vecchio progetto. Ma mi ci trovo bene, riesco a sopportare la fatica: tanto sono certo che non dovrò impiegarla per ancora un po' di tempo". Poi Dane ritrae la spada ed osserva intensamente nel volto Carol.
E l' istante dopo si stanno appassionatamente baciando: non saprebbero neanche loro spiegare il perché l'hanno fatto, forse l' essere stati così vicini in tutto questo tempo li ha resi più intimi di quanto non pensassero. Forse, dopo tanto tempo in cui è mancato loro un vero contatto fisico, sentono il bisogno di ritrovare sé stessi.
"Manca ancora molto alla partenza?" chiede ancora Carol.
"Sì".
"Allora abbiamo tutto il tempo per… divertirci ancora un po'".
Clairton, Virginia. Due giorni dopo.
"Guardali, Jurt, come si muovono lentamente, quasi stessero partecipando ad una processione. Scommetto che difficilmente noteranno la nostra presenza a breve distanza da loro".
"È come ti avevo detto, Klez, sembrano quasi ipnotizzati: senza alcun punto di contatto con la realtà".
"Di questo passo, però, per arrivare a quel granaio cui mi hai accennato calerà la sera. Comunque possiamo attendere".
"Perché non vi siamo andati prima?".
"Sono certo non avremmo trovato nessuno: chiunque sta dietro tutto ciò, ha una base da qualche altra parte. Dovremo scoprire anche questo".
Reading, Pennsylvania. Il giorno prima.
Non è esattamente il turismo la principale fonte economica di questa piccola città, dunque l' arrivo di cinque stranieri non può che attirare l' attenzione. I Difensori erano ben consapevoli di ciò, ma hanno deciso comunque di proseguire: Rintrah ha ovviamente messo attorno a sé e Gargoyle un incantesimo che li fa apparire come umani.
Hanno provato a fare qualche domanda in giro, ma finora non hanno ottenuto alcun risultato, tanto che un paio di loro inizia a credere che tutta la città sia coinvolta in questa orribile vicenda. Ma le opinioni non li aiuteranno ad andare avanti.
"Dunque?" chiede infine Mach-1.
"C'è un luogo dove non siamo ancora andati, ma che secondo me si rivelerà fondamentale" afferma Isaac Christians.
"Quale?" domanda Dane Whitman.
"La Chiesa della città. Un prete non può tollerare simili atti, sicuramente sa qualcosa: apparirà reticente all' inizio, perché qui tutti ti guardano storto quando accenni a quei bambini scomparsi. Ma è un uomo di fede, ci aiuterà".
"Vorrei possedere la tua stessa sicurezza, Gargoyle".
"Mettiamola alla prova, allora".
New Jersey, stesso momento.
Kyle Richmond e Yvette Freeman si sono recati qui per concludere alcuni affari. Sono giorni difficili per la donna: suo marito Duane è stato arrestato ed implicato di gravissimi reati. Certo, da tempo aveva interrotto ogni rapporto con lui, ma non può negare a sé stessa che per lui un posto nel suo cuore c'è sempre stato. Ma ora forse tutto ciò sta cambiando, da quando Kyle, dopo la terribile menomazione che ha dovuto subire, sta dimostrando nei suoi confronti un affetto sempre più profondo. Per ora Yvette lascia correre, anche se, qualora l' uomo volesse far evolvere il loro rapporto in qualcosa di più intimo, non saprebbe cosa rispondere. Non può di certo far rimanere i suoi sentimenti in un vicolo cieco per sempre: ma è lui la persona giusta? Nel bene e nel male ha bisogno di aiuto ed assistenza costanti.
Persa nei suoi pensieri, la donna non si accorge di un uomo di bell' aspetto che le si affianca e le punta contro la schiena un oggetto molto resistente. Yvette capisce subito cos'è, una pistola e in qualche modo Kyle avverte il suo disagio:"Yvette, cosa c'è?".
"C'è, quattr'occhi" ribatte il rapinatore "Che ora voi non urlerete e mi seguirete tranquilli e sorridenti in quel vicolo, dove mi consegnerete tutto ciò che avete: dai vostri vestiti si vede lontano un miglio che ve la passate bene".
Senza contestare, Kyle e Yvette fanno quanto richiesto dal rapinatore. Giunti a destinazione:"La borsa, subito!".
E poi accade: Kyle sente qualcosa dentro di sé, un ronzio intermittente, un ronzio che poi diviene un suono insistente e che va ad adornare l' oscurità che rappresenta ora il suo mondo. Ed in tale buio quel suono assume consistenza fino a formare… la forma del rapinatore! Kyle ne è certo, sa dov'è, la sua esatta posizione: di certo non si aspetta un attacco da parte sua. Perciò, più con incoscienza che con premeditazione, Kyle scatta in avanti con un poderoso balzo e centra al volto il rapinatore con un perfetto gancio. Quanto basta per metterlo ko e farlo rovinare su alcuni bidoni della spazzatura: il rumore conseguente attira l' attenzione di alcuni passanti, che appurata la situazione corrono a chiamare la polizia.
Una volta terminato di fornire la loro deposizione, seppur con l' incredulità dell' agente che l'ha raccolta, Yvette porta in disparte Kyle:"Ma sei impazzito? Rischiavi di essere ucciso, te ne rendi conto? Non sei un eroe!".
L' uomo annuisce, ma in realtà quasi non la sta a sentire: sì, è cieco, ma prima in qualche modo è riuscito a vedere. Era come… una sorta di senso radar: esso l' ha guidato.
Poco fuori Clairton. Il giorno dopo.
"Eccolo, Klez, il granaio" indica Jurt.
"Decisamente grande: si può mettere qualsiasi cosa lì dentro. E si possono ospitare decisamente svariate persone, come i nostri… amici di Clairton. E visto da qui quel granaio ha anche un aspetto minaccioso".
"Hai forse paura?".
"Mai".
"Quando agiamo?".
"Aspettiamo che cali totalmente la notte e vediamo cosa accade: se non escono, entreremo e li coglieremo certamente di sorpresa".
"Sempre se sia possibile instillare sorpresa in quegli uomini senza emozioni" fa notare Jurt.
Reading. Il giorno prima.
È ormai calata la sera e nessuno è presente nella Chiesa quando i Difensori ne varcano la soglia: l' interno è decisamente scarno, spoglio, a parte il crocifisso e l' altare vi è poco altro. Lentamente gli eroi avanzano, finchè come dal nulla appare un prete, che si avvicina loro:"Benvenuti nella dimora di Dio, posso aiutarvi?".
"La sua è una Chiesa davvero molto bella" commenta Gargoyle.
"La ringrazio: l'ho vista crescere praticamente".
"Vengono molti fedeli ultimamente?".
"Ultimamente, devo ammetterlo, non più di tanti".
Improvvisamente un altro prete, più giovane nell' aspetto, compare alle spalle, ma non pare interessato alla discussione e si mette a pregare. Dane Whitman nota, però, che ogni tanto lancia delle occhiate alle sue spalle: e i suoi occhi non sono esattamente benevoli.
"Forse c'è stato un calo di fede" ipotizza Isaac "Per via di queste, ultime tragiche vicende?".
Come temuto, il sacerdote inizia a farsi circospetto:"Chi siete voi? Cosa volete?".
"Non siamo né poliziotti, né giornalisti, non vogliamo farvi del male" dice Abe Jenkins facendosi avanti "Vogliamo solo aiutarvi, noi ne abbiamo la possibilità, mi deve credere".
"Non voglio pensare che un uomo di fede come lei" dichiara Gargoyle "Voglia lasciare quelle anime innocenti nelle mani di personaggi malvagi".
"Voi non potete fare niente" interviene in quel momento il prete più giovane, con fare deciso "Si è cercato dovunque in questo paese, non si è ottenuto nulla. Siete solo sciacalli che volete approfittare della disgrazia".
"Non è vero".
"Fuori!".
"Ma…".
"Fuori!" intima con rabbia il prete giovane.
"Andiamo, ragazzi" esorta il Cavaliere Nero. Rapidamente raduna i suoi amici e li trascina fuori dall' edificio sacro, portandoli in disparte "Rintrah, te ne sei accorto anche tu?".
"Sì, quel prete più giovane nasconde qualcosa: e non mi riferisco solo al suo atteggiamento arrogante. Ma tu come te ne sei accorto?".
"Anch' io possiedo una vista magica: c'è un' altra pelle sotto quell' aspetto e sono certo che sia la chiave per la risoluzione di questo mistero".
"Dunque cosa proponi di fare?" chiede Carol Danvers.
"Aspettiamo fino a domani, fino a sera: di giorno sarebbe troppo compromettente, troppa folla. Poi entreremo nuovamente nella Chiesa e affronteremo quel prete o presunto tale: e ci faremo confessare la verità".
"Sperando di non rimanere scioccati da essa" conclude Carol.
Poco fuori Clairton. La sera dopo.
"Secondo te è giunto il momento di intervenire?" chiede Jurt.
"Sì, ormai abbiamo atteso anche troppo. Andiamo".
Con circospezione i due Spettri Neri si avvicinano al granaio, temendo di venire scoperti o assaliti prima o poi. Ma non accade nulla: la porta è spalancata, un' enorme oscurità ad attenderli. Allora con spavalderia ed incoscienza i due alieni oltrepassano la soglia… ed un enorme lampo accecante li accoglie.
Reading. Poco prima.
Con altrettanta circospezione i Difensori rientrano nella Chiesa, un' oscurità simile ad attenderli. Solo che stavolta non c'è alcun lampo accecante, solo il buio. Con cautela gli eroi avanzano.
"Di solito, nei film dozzinali, è nelle cripte che si celano terribili segreti" nota Mach-1.
"Che film guardi, Abe?" ribatte il Cavaliere Nero per allentare la tensione "Comunque seguiamo il tuo consiglio".
In fondo all' edificio sacro, molto dietro l' altare, vi è una piccola porticina: senza esitare i Difensori la oltrepassano. "Tanto, reato più, reato meno" pensa Abe Jenkins. Una piccola scala li porta ad un piano sotterraneo, dove purtroppo l' ipotesi di Mach-1 trova conferma: i bambini rapiti sono tutti qui!
"Ma cosa… Perché nessuno l'ha ancora scoperto?" chiede Rintrah, che avverte anche dei residui di una forte energia.
"O la polizia si fa degli scrupoli ad esaminare quest' edificio… oppure qui vi sono altre forze all'
opera".
Rintrah sente in quel momento che l' energia malvagia sta aumentando, ma non fa in tempo ad avvertire i suoi compagni.
"Sai, hai proprio ragione" dice una voce. Tutti si voltano, il giovane prete davanti a loro. Gli eroi abbandonano la loro guisa civile e si preparano ad affrontare, ormai ne sono certi, un nemico temibile. Disgraziatamente non si sbagliano.
Clairton. Stesso momento.
Improvvisamente una voce asessuata risuona all' interno della mente di Klez e Jurt, una voce che pareva perduta per sempre:"Noi siamo i Quwrlln!".
Reading. Ora.
"Non potete nulla contro di me!" urla l' uomo che uomo non è "Perché io sono invincibile!".
I Difensori si lanciano all' attacco, ma in pochi secondi sono tutti a terra, tranne uno: Carol Danvers, che si è tenuta in disparte ben consapevole della sua inutilità in questa lotta e sì, diciamolo, anche per paura.
E quando vede chi ha davvero di fronte tale emozione aumenta: non un uomo, ma un gigante dalla pelle bianca. Un alieno molto, molto letale.
"Sono Xemnu!" esclama l' essere.
Capitolo Secondo
XEMNOFOBIA
Reading, Pennsylvania.
Un colosso dalla pelle bianca si erge a pochi metri da Carol
Danvers, che istintivamente arretra. Dietro di lei alcune strane capsule
contenenti i bambini scomparsi in zona negli ultimi tempi, un caso di cronaca
che ha assunto i contorni di un B-movie di fantascienza. Ed il soggetto è sempre
quello.
"Sono Xemnu".
"Piacere, io sono Vattelaapigliareinculo". Non è
però con la sfrontatezza che potrà sperare di fermarlo, a ben vedere non ha
nulla con cui poterlo fermare. I suoi compagni di squadra sono tutti a terra,
Xemnu li ha sconfitti in pochissimi secondi: quali possibilità può avere lei?
"Perché? Perché tutto questo?".
"Il mio pianeta sta morendo, deve essere
ripopolato. E i bambini rappresentano il futuro del mio mondo".
"Cazzate!
Nient' altro che cazzate! La verità è che li vuoi privare della loro innocenza,
renderli delle marionette per il tuo perverso divertimento, sfruttarli come…
come… ". Su, Carol, ammettilo, come è capitato a te quando eri una
bambina.
"Esiti? Allora sarai una facile preda per me" esclama il
Titano.
Carol indietreggia, lentamente: l' importante ora è farlo allontanare
dai Difensori, guadagnare tempo, nella speranza che si riprendano al più presto
e riescano a sorprendere e sconfiggere l' alieno. Belle le utopie, vero? Ad un
tratto la donna nota una porticina laterale, la apre ed esce, davanti a lei c'è
un immenso spazio aperto e solo poche case sparse qua e là. In lontananza si
intravede un immenso edificio. Carol si volta e aspetta: ad esseri come Xemnu
piace fare entrate spettacolari, tra un po' sfonderà il muro della chiesa. Ma
passano un paio di minuti e non accade nulla. Allora Carol inizia a temere il
peggio e si prepara con coraggio a rientrare nel sacro edificio: compie pochi
passi e la debole luce di un lampione le rimanda l' immagine di una grande ombra
dietro di lei. Non le serve voltarsi per capire che è Xemnu che sta per calare
il suo letale pugno contro di lei.
Atlantide.
"Come è andata la riunione con gli uomini di superficie, mia
sovrana?" chiede Vashti.
"Non so darti una risposta certa, mio fido
consigliere" risponde Namorita "Comunque, se devo dire la verità, il peggio che
temevo non si è verificato. Comunque, uomini di superficie, non ti sembra un
termine ormai decisamente anacronistico?".
"Probabilmente".
"Uomini è più
che adatto. Del resto presto potremo trovarci a collaborare per un bene
comune".
"Mia regina" si fa avanti in quel momento un soldato "Una persona
richiede udienza".
"Falla entrare". La regina di Atlantide si alza e rimane
stupita nel vedere davanti a sé Andromeda, chissà perché credeva non l' avrebbe
più rivista. "Cosa ti porta qui?" chiede dopo i saluti di
prammatica.
"Notizie non liete: mio padre Attuma sta nuovamente radunando il
suo esercito a qualche miglio da qui. Si prepara ad attaccare".
"Ancora? Non
si stanca mai di essere sconfitto?".
"Forse stavolta è diverso" interviene
Vashti "Deve essere stato portato a conoscenza dei recenti eventi avvenuti nella
nostra cittadella. Vuole approfittare della assenza prolungata e inevitabile
ormai di Namor".
"Allora è giunto il tempo di fargli capire quanto si sbagli"
ribatte Nita "Ora sono io a guidare questo regno e non intendo sopportare il
giogo di Attuma un secondo di più. Non sono forte come il mio illustre
predecessore, ma credimi Vashti quando ti dico che più mi arrabbio più divento
temibile. E tu, Andromeda, vuoi unirti a noi?".
"Con piacere".
Poco fuori Clairton.
Klez e Jurt, i due Spettri Neri leader del piccolo gruppetto di
alieni mutaforma accampatisi in questa cittadina della Virginia, hanno seguito
alcuni abitanti direttisi in un ampio granaio fuori dal centro abitato. Il loro
sguardo perso nel vuoto ed i loro modi tranquilli, apatici, fin troppo smorti,
avevano dato loro da pensare. Ma mai avrebbero pensato di ritrovarsi di fronte
ad un' altra razza aliena.
Improvvisamente una voce asessuata risuona all'
interno delle loro menti, una voce che pareva perduta per sempre:"Noi siamo i
Quwrlln!". Non ha però intenti malevoli, infatti non esercita alcuna pressione
mentale o coercitiva. I due Spettri alzano il loro sguardo e davanti a loro vi
sono due esseri molto simili ai polipi, con numerosi pseudopodi che si propagano
dal loro corpo. E decisamente non sarebbero i candidati adatti ad un concorso di
bellezza.
La mente dei due Spettri è di nuovo libera e Klez fa un passo
avanti:"Quwrlln, sì, il mio popolo ha sentito parlare di voi, ma eravate più che
altro una leggenda…".
"A quale razza appartieni?" chiede il 'marziano' che
pare essere il leader.
Inizialmente Klez si domanda se debba dire la verità,
poi qualcosa gli dice di fidarsi:"Io ed il mio compagno siamo Spettri Neri, un
ramo genetico degli Skrull".
"Sì, proprio come sospettavamo" ribatte l' altro
alieno "Io sono L'lla, uno degli scienziati supremi del mio popolo. Il mio
simile ha nome V'rtl ed è un mio fidato alleato. Non vi nascondo il piacere
inaspettato che deriva da questo incontro".
"Come mai?" chiede Jurt.
"Non
siete a conoscenza degli ultimi eventi?".
"Fino a poche settimane fa eravamo
stati esiliati in un' altra dimensione".
"Allora lasciate che vi spieghi:
avevamo progettato l' invasione e la conquista di questo pianeta, l' odiata
Terra, per secoli e fin nei minimi particolari. Per gli umani eravamo al più una
leggenda, marziani ci hanno definiti in un libro. Non potevano rilevarci, non
potevano sapere che li avremmo attaccati, eppure… in qualche modo vennero a
sapere di noi. Ci mandarono contro i loro migliori rappresentanti, eppure le
nostre speranze di vittoria erano ancora alte. Ma gli umani avevano in serbo una
temibile arma, quale mai avevamo potuto vedere: non esitarono ad usarla contro
il nostro popolo. Venimmo sterminati. Non del tutto, ma ormai solo pochi di noi
sono ancora in vita e la maggior parte sono prigionieri in installazioni
militari sparse lungo tutto il globo. Vi confesserò che anch'io me la sono
vista brutta: un agente di polizia mi aveva sparato alla testa, ma poco prima
che ciò accadesse avevo attivato un congegno grazie al quale ho trasferito la
mia mente in un altro corpo. Purtroppo non so se una cosa del genere potrà
funzionare nuovamente, dunque per ora preferisco mantenere un basso profilo.
Comunque, quando appresi cosa era capitato alla mia razza, radunai i pochi
superstiti: sedici in tutto, anch'essi nascosti in altre piccole città.
Contando anche i prigionieri superiamo di poco i cinquanta, ecco cosa è rimasto
di un grande popolo guerriero le cui conquiste aveva sempre progettato da solo,
senza alcun influsso esterno, riuscendo così sempre a vincere. Però, dopo lo
sterminio, eravamo preda della disperazione, non sapevamo come rivalerci, finchè
un' altra razza aliena ci indicò la via".
"Quale".
"Il loro nome è…
Chitauri".
Reading.
Anni di duro allenamento presso la CIA e missioni segrete negli
angoli più pericolosi del pianeta danno alla fine i loro frutti: con uno scatto
improvviso ed atletico, Carol Danvers evita il pugno di Xemnu. L' impatto col
suolo è tuttavia talmente violento che la sbalza in avanti, facendola atterrare
malamente e rischiando di storcerle una gamba. La donna si rialza subito: non
può permettersi alcuna esitazione, niente indugi. A passi veloci tenta di
allontanarsi da Xemnu, che la insegue, volutamente tallonandola ad alcuni metri:
vuole giocare con lei.
"Non mi sfuggirai, Vattelaapigliareinculo. Tra poco
sarai mia".
La città sembra deserta, nessuno è ancora stato attirato dai
rumori della battaglia. Carol potrebbe invocare aiuto, ma sa che sarebbe
inutile: Xemnu ha soggiogato l' intera popolazione, le ha sottratto la sua pace,
la sua (a)normale routine quotidiana. Il tutto per poter plagiare dei bambini,
violentarli fin nel profondo del loro essere: non esistono al mondo, nell'
universo, esseri più spregevoli di quelli che consapevolmente fanno del male a
dei bambini.
Continuando a correre, Carol arriva nei pressi dell' immenso
edificio da lei notato poco fa e scopre che è la vecchia centrale elettrica
della città. Anni di strategie apprese alla CIA e qualcos' altro danno alla fine
i loro frutti, poiché ora ha una speranza di sconfiggere Xemnu. "Vediamo se
questo mostro è un appassionato di cinema" pensa Carol.
New York, tetto della Richmond Enterprises.
Non sa perché sia venuto qui sopra. O forse sì. Ieri gli è
accaduto qualcosa di strano e deve venirne a capo: per un attimo è stato come se
non fosse più cieco, c' era un… qualcosa che gli ha indicato dove colpire un
rapinatore che stava minacciando la sua vita. Un qualcosa che è sparito
rapidamente come è apparso. Ma questo deve, deve significare qualcosa, forse una
nuova evoluzione dei suoi poteri? Continueranno ad essere una maledizione per
lui?
In cerca di risposte Kyle Richmond si è messo (non senza pochi impacci)
il suo costume da Nottolone quando ormai tutti erano usciti da tempo dall'
ufficio e, piano dopo piano, è giunto fin qui. Yvette non voleva saperne di
lasciarlo, ma alla fine Kyle l'ha rassicurata dicendole che avrebbe chiamato un
taxi per tornare a casa. Ed ora? Non sente niente di particolare. Sta rischiando
seriamente la sua vita, ma non gli importa più di tanto. A passi lenti e
studiati, arriva nei pressi del cornicione: un altro paio di passi e c'è il
vuoto sotto di lui. Ed ora? Non sente ancora niente. Allarga allora le braccia,
come se questo potesse in qualche modo aiutarlo, e si concentra intensamente, la
sua mente indirizzata su un unico pensiero: sé stesso. E poi arriva: un flusso
continuo di voci, rumori, sensazioni, che invadono il suo essere e rischiano di
farlo precipitare nella follia. Kyle si porta le mani alle orecchie, trattenendo
un grido di dolore, ma questo non interrompe la marea di sensazioni che sta
ricevendo all' unisono. Infine, lentamente e con costanza, tutto svanisce.
Rimane solo il silenzio. Ed il vuoto sotto di lui.
Kyle indietreggia: è
accaduto di nuovo. Cos'è questa sorta di… radar che sta tentando di indicargli
una nuova via? Come può essere in grado di padroneggiarlo? E, cosa più
importante, lo vuole davvero? C'è una sola persona che può fornirgli una
risposta.
Poco fuori Clairton.
"Chitauri?" esclama Klez "Non ne ho mai sentito
parlare".
"Nemmeno noi fino a poco tempo fa" afferma L'lla "Ed il motivo è
semplice: hanno tenuto nascosta la propria esistenza per secoli, così come
abbiamo fatto noi".
"Ma è impossibile una cosa del genere".
"Ti sbagli:
noi Quwrlln ne siamo la dimostrazione. Tuttavia questi Chitauri fanno i
misteriosi anche con noi: abbiamo avuto pochi incontri con loro e si sono sempre
tenuti in disparte, nell' ombra. Non sappiamo addirittura quale sia il loro vero
aspetto e ci è stato impossibile leggere i loro schemi mentali. Ma ciò non
toglie che si sono rivelati molto utili".
"In che modo?".
"Sapete che
attorno a questo pianeta è stata recentemente costruita una griglia energetica
capace di rilevare l' arrivo e la partenza dall' atmosfera di ogni essere
vivente? Vi rendete conto, la tecnologia dei terrestri è giunta ad un punto tale
che possono permettersi una politica di controllo dei traffici spaziali. Sono
ormai divenuti troppo pericolosi: i Chitauri sono ben consapevoli di ciò e
vogliono porvi rimedio".
"E loro come hanno fatto ad evitare questa griglia
di cui parlate?".
"Nello stesso modo in cui la evitiamo noi: andiamo e
veniamo continuamente da questo pianeta, in cerca di nuovi alleati per conto dei
Chitauri. Voi siete perfetti".
"A questo punto" dice Jurt "C'è questa
classica domanda: cosa ne ricaviamo da un' alleanza con voi e questi ignoti
alieni?".
"Innanzitutto abbiamo un obiettivo comune: la conquista di questo
pianeta. E questo non sarà che il primo di un luminoso sentiero di gloria. Ai
Chitauri invece non interessano queste cose, vogliono solo che lo status quo dei
rapporti spaziali venga ripristinato. Allora, ve la sentite?".
"Solo un'
ultima domanda, L'lla: che è accaduto agli abitanti di Clairton?".
"Davvero
non l' hai ancora intuito? Il vostro passaggio in questa città ha lasciato una
cicatrice che non si rimarginerà mai. Dopo il vostro esilio, la popolazione
lentamente emigrò, non volendo più avere a che fare con un passato che
continuava a tormentarli. Rimasero alla fine solo gli anziani. Quando arrivammo
noi attendemmo il momento propizio, che si manifestò durante quella invasione
demoniaca di qualche tempo fa: forse non sapete che essa ha mandato in tilt
anche alcuni sistemi informatici e dunque nessuno si è stupito più di tanto
quando i computer dell' anagrafe concernenti questa città hanno perso tutti i
loro dati. In realtà vi eravamo noi dietro ciò e siamo consapevoli che ben
presto verremo scoperti: ma fino a quel momento continueremo i nostri
esperimenti. Quello principale consiste, come avete potuto ammirare, nella
creazione di perfetti simulacri umani che si sono integrati perfettamente con la
popolazione locale. Nessuno si è posto troppe domande, del resto queste facce
nuove li hanno aiutate a non precipitare ulteriormente nella loro solitudine. Ma
ben presto questi simulacri adempieranno a compiti ben più importanti. Ed il
vostro apporto potrebbe rivelarsi indispensabile".
"Anche perché ormai siamo
venuti a conoscenza di troppe cose scottanti, vero?" domanda Klez.
"Sei molto
perspicace".
"Che altro dire? Avete la vostra alleanza".
Reading.
Carol corre, col tutto il fiato che ha in corpo. Xemnu la
tallona a breve distanza. Ha paura, dannazione se ne ha, ma non permetterà a
quest' orsacchiotto troppo cresciuto di privarla delle conquiste recenti della
sua vita. Ha appena terminato un nuovo libro e vuole godersi le reazioni del
pubblico, anche quelle negative. Ha appena riscoperto l' amore e non vuole che
esso vada perduto così presto. No, non si farà portare via tutto ciò!
Entra
così nell' edificio, illuminato solo dalla luce della luna, sperando di trovare
quello che fa al caso suo ed in breve tempo. Per una volta, la fortuna è dalla
sua parte. Poco dopo irrompe qui dentro anche Xemnu:"Ora mi sono davvero
stancato, Vattelaapigliareinculo. Facciamola finita e alla svelta".
"Ti
prego, non farmi del male!" lo implora Carol da qualche parte davanti a
lui.
Il Titano segue il suono della voce:"Non voglio fartene e, credimi, quei
bambini verranno trattati meglio di come venivano trattati qui. Potranno giocare
tutto il tempo che vogliono".
"Ti prego, lasciami andare, prometto di non
dire nulla a nessuno!".
"Sai che non posso. Dopo essere stato liberato dalla
mia prigionia da quegli strani esseri non devo concedermi alcun errore. Ma non
preoccuparti: sul mio pianeta farò sì che tu non debba subire alcuna
tortura".
"No, oh no, ti prego".
Xemnu svolta un angolo e vede Carol a
circa trenta metri da lui.
"Lasciami stare!" urla la donna agitando le sue
braccia.
Per tutta risposta l' alieno aumenta la sua andatura, lanciandosi
infine contro Carol e… infrangendo uno specchio! E quel che è peggio dietro di
esso vi è un generatore ad alto voltaggio! Ancora preda dello slancio, Xemnu va
a sbatterci contro, scintille e scosse subito a propagarsi lungo tutto il suo
corpo, procurandogli un intenso dolore da cui non è in grado di sottrarsi.
E
ad osservare ciò Carol Danvers, che era alle sue spalle quando ha sfondato lo
specchio:"Tsk, questi alieni ignoranti che non hanno mai guardato Jurassic
Park…". Poi il suo volto diviene pieno d' ira:"Friggi, friggi e crepa,
bastardo!".
Per alcuni secondi Xemnu la accontenta, finchè il generatore
esplode, sbalzando il Titano ad alcuni metri di distanza e facendolo infine
sbattere violentemente contro un muro. Ma aveva già da tempo perso i sensi. L'
incertezza di Carol su cosa fare svanisce pochi istanti dopo grazie all' arrivo
dei Difensori.
"Wow, ragazza" esclama la Valchiria "L'hai sconfitto tutta da
sola? Sei davvero una potenza, anche così".
"Hai ragione, Brunhilde" annuisce
Carol "Hai proprio ragione. Cosa ne facciamo di lui?".
"Io un' idea ce l'
avrei" dice Rintrah. Ed apre un portale.
Il mattino dopo.
I bambini, finalmente liberi, possono riabbracciare i loro
genitori, il volto tornato sereno dopo tanto tempo. Ma non per tutti è così: un
ragazzo come Haley Mills, il primo scomparso, ha sul suo volto i segni di una
lunga privazione di libertà. Sua padre e sua madre lo abbracciano, lo carezzano,
ma lui pare non accorgersi di loro.
"Credete che tutto tornerà alla
normalità?" chiede Mach-1 ai suoi compagni di squadra.
In loro vece risponde
Rintrah:"Sì, deve: non possiamo lasciar vincere quel mostro". Lentamente si
avvicina a Haley Mills e ai suoi genitori, che non tentano di allontanarlo.
Rintrah allora compie dei rapidi gesti e, pochi secondi dopo, lo sguardo del
ragazzo pare riacquistare calore, pare riacquistare vita. E stavolta sì che
ricambia l' abbraccio dei suoi cari.
Il Mago Supremo torna poi dai Difensori,
contenti e stupefatti.
"Ma come hai fatto?" chiede la Valchiria.
"Ho fatto
sì che la sua mente dimenticasse il trauma" spiega Rintrah "Un piccolo
sacrificio per un bene più grande".
"Sei davvero un perfetto successore di
Strange" si complimenta il Cavaliere Nero.
Epilogo 1.
Xemnu riapre gli occhi. O forse non li ha mai chiusi. Dove si
trova? Vede solo delle stelle sopra di lui, deve… non riesce a muoversi, come
mai? Possibile che…
"Oh, rieccoti qui, credevo di averti perso".
"No, no"
pensa il Titano.
"Sai che Enilwen ti vuole bene, sei il suo giocattolo
preferito. Il mio caro orsacchiotto di peluche".
"Noooooooooo!!!!!".
Epilogo 2.
Patsy Walker osserva ripetutamente la scritta sull'
insegna:"Agenzia di modelle Millie Collins". Inizia a salirne le scale, poi le
scende, poi si dice:"Ma che diavolo" ed entra nell' edificio.
Una segretaria
la accoglie:"Cosa posso fare per lei?".
"Vorrei parlare con Millie la Mode…
Con Miss Collins, sono una sua cara amica. Mi chiamo Patricia Walker".
"Miss
Collins è molto impegnata e non ha tempo da dedicarle. Le lascerò comunque detto
che è passata a trovarla".
"Ma è molto importante…".
"Mi
spiace".
"Tesoroooooo!" risuona in quel momento una voce alta e decisamente
squillante. È quella di Millie, ovviamente,
che corre ad abbracciare la sua amica. "Finalmente ti fai rivedere! Era una vita
che non passavi da queste parti. Cosa hai fatto nel frattempo?".
"Sai,
qualche avventura qui e là, sono morta e risorta…".
"Brava! Vieni a
raccontarmi tutto nel mio ufficio".
Qui, però, Patsy fa
qualcos'altro:"Millie, mi chiedevo se potevo entrare nel tuo staff di
modelle".
Il sorriso a trentasei denti di Millie scompare:"Cara, certo che
puoi. Ma come mai questa richiesta?":
"Beh, ecco, ti ricordi che avevo una…
doppia vita, no? Ecco, mi sono presa un periodo di pausa e volevo esplorare
altre strade, nuove… professioni. Ho già fatto la modella in passato, non da
professionista certo, però…".
"Ma questo non è affatto un problema!" ribatte
Millie riappropriandosi del suo smagliante sorriso "Ti insegnerò io tutto quello
che devi sapere".
"Non ti ruberò troppo tempo?".
"Il tempo passato con te
non è mai sprecato, Patricia. Ora purtroppo è tardi e ho degli impegni a cui non
posso proprio mancare: però puoi passare domani mattina sul presto, se non ti
dispiace".
Anche Patsy allora sorride:"Contaci, Millie. E grazie".
"Non
ringraziare me. Ringrazia te stessa".
E dopo gli ultimi saluti e convenevoli,
Patsy esce dall' edificio, piena di gioia. Ma essa verrebbe drasticamente
smorzata se si accorgesse che, sul lato opposto della strada, qualcuno la sta
osservando. Il nome di questo qualcuno è Robert "Buzz" Baxter. È l' ex marito di Patsy, nonché (poteva essere
diversamente?) il supercriminale soprannominato Mad Dog. Titolo quanto mai
appropriato.
Vicino all' orbita di Giove.
Qui, minuscolo e praticamente invisibile per chiunque, vi è un piccolo satellite, miracolosamente sopravvissuto a Tempeste nelle Galassie, Guerre dei Mondi e quant' altro. Per anni il suo compito è stato uno solo… e non ha mai avuto occasione di svolgerlo. Ma con pazienza ha aspettato che quel momento si presentasse e, alla fine, esso è arrivato. Il satellite rileva ciò per cui è stato progettato e, ad una velocità incredibile, trasmette i suoi dati ad un pianeta lontano. E quando essi vengono ricevuti creano un' unica sensazione: sgomento.
Capitolo Terzo: Difensori Annual 2
PERCHÈ
FACCIAMO QUELLO CHE FACCIAMO?
Cavaliere Nero
Il suo nome è Dane Whitman ed è l' ultimo discendente di una lunga stirpe di guerrieri, ognuno segnato dalla stessa maledizione. Quella maledizione che si concretizza in una spada, la Lama Nera, bramosa di sangue, corruttrice di anime. Il primo, il capostipite, il più valoroso di tutti loro, fu Sir Percival di Scandia: il cui spirito indomito ancora guida Dane. Il suo esempio morale, però, non venne seguito del tutto dai suoi successori.
Già il secondo Cavaliere Nero, Sir Raston, si fece corrompere dalla Lama Nera e diede sfogo ai suoi più bassi istinti. Il tiranno temporale noto come Kang lo notò e lo reclutò nella sua guardia scelta, gli Anacronauti, poi scioltasi dopo la Guerra del Destino. La sua attuale locazione dunque è ignota.
Il Cavaliere Nero più celebre dopo Sir Percival fu senza dubbio Eobar Garrington. Valoroso combattente all' epoca delle Crociate, rimase celebre la sua amicizia con un altro eroico soldato, Bennet du Paris, il quale rimase anche lui segnato da un marchio. Quello di Apocalisse, che lo tramutò nel mutante Exodus. In circostanze eccezionali Dane possedette il corpo del suo antenato per ben cinque anni: del resto è un esperto in viaggi temporali o in altre dimensioni.
Di generazione in generazione si giunse infine ad un altro indegno possessore del manto di Cavaliere Nero: Nathan Garrett, che non ebbe nemmeno bisogno della Lama Nera per compiere le sue nefandezze. Fece parte della prima, mitica formazione dei Signori del Male guidata da Heinrich Zemo. Ma alla fine una caduta fatale nel corso di una battaglia con Iron Man pose fine alla sua carriera criminale: prima di morire, però, riuscì a contattare suo nipote, Dane appunto, facendosi da lui promettere che non avrebbe mai seguito le sue orme ed avrebbe redento il nome dei Garrington.
Così Dane Whitman divenne il Cavaliere Nero: si recò al castello Garrett, in cerca delle sue origini. Qui si imbatté nello spirito del suo avo, Sir Percival di Scandia, il quale gli consegnò la sua mitica arma, la Lama Nera. Praticamente rinato, Dane tentò di entrare nei Vendicatori, inizialmente diffidenti per via della sua discendenza. Tuttavia, dopo che il Cavaliere si rivelò fondamentale per sconfiggere Magneto e Kang, entrò finalmente a far parte degli Eroi più Potenti della Terra.
Non ha mai avuto molta fortuna con le donne, il nostro Dane: la prima ad ammaliarlo fu Amora l' Incantatrice, che lo trasportò in un' altra era per debellare una sua avversaria. La riconoscenza dell' asgardiana fu talmente grande che alla fine… tramutò il Cavaliere in una statua, il suo spirito perso nei meandri del tempo, fuso con Eobar Garrington. Cinque anni, cinque lunghi anni, fino
a quando il Dr. Druido non contattò gli antichi alleati dell' eroe, i Vendicatori, i quali riuscirono a riportarlo alla sua era. Ritornato a pieno titolo nei ranghi del gruppo, Dane iniziò a divenire preda della brama di sangue della Lama Nera, che a malapena riusciva a controllare. Quando Marrina, compagna di Namor, venne uccisa dal sovrano di Atlantide, qualcosa si ruppe dentro di lui e solo l' intervento del Dr. Strange, che riuscì a curarlo dalla maledizione, gli impedì di precipitare nella follia.
Così Dane poté tornare nei Vendicatori, per vivere la sua più tormentata storia d' amore con l' inumana Crystal. Ciò, oltre a procurargli il risentimento, non ancora sopito, da parte del velocista Quicksilver, attirò l' attenzione dell' Eterna Sersi. Le piaceva Dane, voleva che fosse suo. Ma lui non era interessato a lei. E forse faceva bene: giunse una sua controparte, un certo Proctor, da un' altra dimensione. Il suo intento? Uccidere le varie Sersi del Multiverso, poiché nella sua era aveva segnato la sua rovina. Ma Proctor era solo l' ultimo dei tanti viaggiatori temporali e dimensionali che i Vendicatori avevano affrontato: ed il suo destino finale non fu diverso dai precedenti.
Ma un marchiò lo lasciò comunque sul Cavaliere Nero: Sersi impazzì e, per salvaguardare la sua salute mentale, Ikaris, leader degli Eterni, legò lui e l' Eterna in un sacro vincolo, il Gann Josin, prima che i due venissero scagliati in un altro universo (ricordate l' esperienza di Dane in queste cose, no?). Un mondo dominato anch' esso da supereroi, dagli Ultra. Il Cavaliere, grazie al suo carisma, divenne ben presto il leader di un potente gruppo, Ultraforce, ed insieme ai suoi ex alleati Vendicatori sventò il piano di Loki di appropriarsi delle Gemme dell' Infinito.
Ben presto, però, Dane iniziò a provare nostalgia per il suo mondo: ritrovò la sua compagna Sersi e, dopo una breve escursione al tempo delle Crociate per regolare i conti con Exodus, venne catapultato in un mondo totalmente diverso da come l' aveva lasciato. Gran parte dei suoi amici di un tempo, ivi compresa l' amata Crystal, si erano infatti apparentemente sacrificati per distruggere il mostro di nome Onslaught, personificazione della rabbia repressa di Charles Xavier (in realtà erano stati trasportati da Franklin Richards su un altro mondo, magari Dane poteva insegnare loro qualcosa su eventi del genere).
Privo di molti punti di contatto, il Cavaliere decise di entrare per breve tempo a far parte degli Eroi in Vendita, il gruppo finanziato dalla Oracle Inc., ditta per la quale lavora attualmente: ma fu un' esperienza passeggera, che gli lasciò un solo segno tangibile, nuove armi fornite dalla Signora del Lago. Nuove armi oramai perdute.
E poi… e poi i Vendicatori tornarono, ma Dane non si unì a loro, aveva trovato un nuovo gruppo, una nuova famiglia: i Difensori. Dopo l' autoesilio del Dr. Strange, è in pratica divenuto il leader e la persona più carismatica di questo non-gruppo e gli ha dato una nuova visione da perseguire. Così sono nati i Nuovi Difensori. I difensori della gente comune, quelli di cui leggi un giorno sul giornale, ti dispiaci per la loro situazione, poi torni al tuo tran-tran consueto. Loro no, loro vanno a fondo nella vicenda. Perché fa quello che fa? Per mantenere una promessa sancita anni prima e per provare a sé stesso che è un degno successore di Sir Percival di Scandia, con o senza Lama.
Oggi un articolo di un quotidiano riporta all' attenzione di Dane la misteriosa scomparsa di alcune persone anziane, benestanti e che non avevano alcun motivo per andarsene di casa. Le loro famiglie li compiangono, le forze di polizia li cercano, ma finora nessun risultato. Questa situazione sta per cambiare. Così Dane, terminato il suo orario di lavoro, si reca da…
Carol Danvers
Figlia di Joseph Danvers, impresario edile, e Marie. Una donna che ha bruciato molte tappe: a soli 18 anni, immediatamente dopo il diploma, entrò nell' US Air Force, venendo affidata alla guida del colonnello Michael Rossi, che divenne ben presto suo amante. Carol amava il rischio, le missioni pericolose, così come un altro suo compagno, noto solo come Logan. Il suo miglior amico e confidente. Quest' amore per il rischio la portò infine ad essere catturata durante una missione di spionaggio in Russia e venir imprigionata alla Lubyanka, sede dell' ex KGB. Il governo che tanto credeva in lei, improvvisamente decise di lasciarla al suo destino: Logan non era d' accordo. Si infiltrò in territorio sovietico, rischiando di destabilizzare una situazione politica già compromessa, e riuscì a liberare Carol e a farla tornare in patria. Quest' evento, più di ogni altro, ha rinsaldato il loro rapporto.
In seguito a questa tragica esperienza, Carol venne mandata alla NASA, a Cape Canaveral, con l' incarico di responsabile della sicurezza del centro spaziale. Qui vi era uno scienziato, Michael Lawson, che non era quello che diceva di essere: si trattava in realtà di Mar-Vell, uno dei più valorosi soldati Kree, che aveva ricevuto dai suoi superiori l' incarico di spiare i terrestri, una razza potenzialmente pericolosa. Inutile dirlo, Mar-Vell si ribellò loro e, in seguito ad uno scontro col suo più acerrimo nemico Yon-Rogg, Carol venne investita delle energie dello Psicomagnitron, che modificò sensibilmente il suo codice DNA, rendendola un ibrido umano/Kree. Ciò la avvicinò a Mar-Vell, ma la loro storia d' amore non era destinata a durare: Carol allora si dimise dal suo incarico, dedicandosi al giornalismo e scrivendo un libro che narrava le sue esperienze militari. Un libro con rivelazioni scottanti, che ha provocato molti malumori nell' ambiente. Tutto questo mentre conduceva una doppia vita nei panni di
Miss Marvel, l' eroina femminista con l' ombelico in bella mostra.
Quando entrò nei Vendicatori le sembrò di aver realizzato il sogno della sua vita: era in realtà solo precipitata in un immenso incubo. Marcus Immortus la mise infatti incinta, perché desse alla luce… Marcus Immortus! La convinse a fuggire con lui nel Limbo, a divenire la sua compagna: Carol accettò ma, quando Marcus morì (o almeno così parve, con esseri del genere non si sa mai), la donna si ritrovò perduta in un mondo a lei alieno. In qualche modo riuscì a tornare al suo mondo, preda della follia e della disperazione: dopo che Rogue le rubò totalmente i poteri, tentò il suicidio, ma venne salvata dalla prima Donna Ragno, mentre in seguito il Professor X la aiutò a superare il suo trauma.
Ma l' incubo non era certo finito: catturata dalla Covata, il suo codice DNA ibrido venne potenziato ai massimi livelli, trasformandola in un essere fenomenale. Binary, capace di attingere all' energia di una stella bianca. Si era evoluta da una eroina come
tante altre ad un vero e proprio essere cosmico: entrò nei Predoni Stellari capitanati da Corsaro, ma a quanto pare la nostra Carol ha avuto sempre delle difficoltà a relazionarsi a lungo termine con qualsivoglia gruppo. Dopo essere rimasta ferita nel corso della Guerra Kree/Shi'Ar, rarefece i suoi incontri coi Predoni, tornando poi in pianta stabile sulla Terra. Rientrò nei Vendicatori quando essi tornarono dal Rinasciverso, ma i suoi poteri diminuirono drasticamente, portandola a cambiare nome in codice (Warbird) e a precipitare nel baratro dell' alcolismo. Per questo venne espulsa dal gruppo, ma poi grazie all' appoggio di Iron Man e dei Difensori è riuscita a superare questo problema.
Recentemente Darklady le ha sottratto (ancora!) i poteri, stavolta pare proprio per sempre, ripristinando il suo codice DNA allo stato umano. Stavolta, però, non si è fatta sorprendere dalla depressione, ma si è gettata a capofitto nella sua nuova opera. Un romanzo intitolato 'Andata e ritorno per l' Inferno', il quale si rifà molto alle sue esperienze personali. Il suo agente le ha telefonato oggi, era entusiasta a dir poco: a breve inizierà la presentazione ed il battage pubblicitario.
Ma adesso Carol ha altro a cui pensare: un nuovo amore è appena entrato nella sua vita. Dane Whitman. Quando gli apre la porta le viene spontaneo baciarlo sulle labbra, ma il Cavaliere Nero smorza il suo entusiasmo facendole vedere l' articolo sulle persone scomparse. La donna lo legge attentamente, poi afferma che c'è una persona che può venire in loro soccorso.
Namor
Una persona speciale, in tutti i sensi: figlio dell' atlantidea Fen e del capitano Leonard McKenzie. Nato nel 1920, ha incrociato per la prima volta la sua strada con quella degli umani nel 1939. Erano tempi difficili, quelli: i nazisti avevano appena invaso la Polonia e i venti di guerra si propagarono alla velocità del lampo. Atlantide, i suoi segreti ed i suoi tesori erano un obiettivo a cui Hitler non poteva non ambire. Contro di lui e la sua tirannia si erse il figlio vendicativo, Namor, una vera spina nel fianco al pari di altri eroi, divisi dalle origini, ma accomunati dal nemico.
Alcuni mesi dopo l' inizio del conflitto, Namor entrò seppur di malavoglia nel gruppo degli Invasori, accanto a Capitan America e all' odiato/stimato Jim Hammond, l' originale Torcia Umana. Col tempo cominciò a non ripudiare la sua parte umana, conobbe uomini valorosi e… donne di cui si innamorò. Quelle stesse donne che incrociando la loro strada con Namor hanno dovuto sempre subire un triste destino.
Dopo gli anni '50, però, Namor iniziò sempre più ad isolarsi, ad allontanarsi da quegli umani con cui prima condivideva le gesta. Tornò così ad Atlantide, ma in seguito al tentativo di riprendere la trafugata Corona del Serpente perse la memoria e si ritrovò privo di ricordi a vagare come un barbone per i vicoli della Grande Mela. Per lungo, lungo tempo. Finché, all' alba della nuova era delle Meraviglie, Johnny Storm non lo ritrovò e gli fece ricordare chi era: ma il mondo che riaccolse Namor era molto diverso da come lo aveva lasciato. Di Atlantide e dei suoi abitanti pareva non esserci più traccia e ciò acuì la sua rabbia sopita nei confronti degli umani: numerose furono le sue scorrerie. Ma ancora una volta la gentilezza di una donna, Susan Storm, lo riportò alla ragione. Pur non ammorbidendosi nel carattere, iniziò a cercare una forzosa convivenza e, dopo aver ritrovato Atlantide, cercò di investigare sulle sue origini umane. Poi, dopo la drammatica conclusione della sua storia d' amore con Lady Dorma e dopo essere stato detronizzato da Attuma, cercò una nuova via per affermarsi: la Oracle Inc., di cui è tutt'ora alla guida.
Quando il Cavaliere Nero lo contatta perché gli possa fornire informazioni sulle persone scomparse, Namor non declina l' offerta di aiuto come da lui fatto recentemente in merito ad un' altra vicenda. In questi ultimi tempi pensa sempre di più alla sua… umanità. Guardatelo, a capo di una azienda, mischiato in mezzo ad altri esseri umani: era possibile una cosa del genere fino a pochi anni fa?
E la sua mente torna indietro, ad un evento di qualche tempo prima: l' Oracle era stata appena fondata e Namor stava tentando di abituarsi a questa nuova vita. Ad un certo punto una delle sue segretarie gli fece notare:"Ha visto quell' uomo fuori dalla finestra?".
Lui diede un' occhiata: su una panchina all' altro lato della strada vi era seduto un uomo, molto anziano. Il suo sguardo era fisso sulla finestra che dava nell' ufficio dell' atlantideo.
"Sì, e allora?" chiese lui.
"È lì da diversi giorni" precisò la segretaria "Non fa nulla: arriva, si siede, fissa questa finestra. Poi quando arriva sera se ne va".
"Ed è strana una cosa del genere?".
"Lo ha visto il suo sguardo? Gli vada vicino e capirà perché".
Incuriosito, Namor uscì e, con andatura fintamente casuale, arrivò vicino alla panchina. L' uomo rimase lì immobile, doveva avere più di ottant'anni eppure sembrava in buona forma: lo osservò intensamente, tanto intensamente che Namor dovette alla fine distogliere lo sguardo. Aveva compreso ora la sorpresa della sua segretaria. Tornando in ufficio, iniziò a chiedersi chi potesse essere quell' uomo, non gli ricordava nessuno. Ma quello sguardo… quello sguardo… era certo di averlo già visto, tanti anni prima. Ma in quale occasione?
Per alcuni giorni Namor si dibatté con quest' interrogativo, provando rabbia per non trovare subito la risposta. Finché un giorno si ritrovò a passeggiare per Central Park e, casualmente, vide un barbone riverso su una panchina. E solo allora tutto gli tornò alla mente. Si recò subito presso la panchina, l' uomo era ancora lì imperterrito.
Namor si sedette accanto a lui e chiese:"Qual era il nome della donna?".
L' anziano non diede alcun segno di stupore:"Come ha fatto a capirlo?". La sua voce
era salda e priva di incertezza.
"Il suo sguardo: è quello che può avere solo un uomo che ha subito una grande perdita".
Uno sguardo che anche Namor ha avuto, più di una volta.
L' uomo chinò il capo e si perse nel fiume dei ricordi:"Si chiamava Katia, era l' angelo della mia vita. Quando ballava sembrava quasi volare per come si muoveva in modo aggraziato. Quando mi misi insieme a lei, era così giovane, quasi una bambina: avevamo il futuro davanti a noi".
"Poi sono arrivato io, vero?".
L' uomo annuì:"Ricorda la grande ondata del 1940?".
"Anche troppo bene".
"Io e Katia rimanemmo feriti in seguito a quell' evento. Lei ebbe il contraccolpo più grave: non avrebbe mai più potuto ballare per via di un danno alla schiena. Ma per lei una vita senza il ballo non meritava di essere vissuta: lentamente si lasciò andare, sempre più… fino a quando mi lasciò per sempre".
"Mi dispiace molto".
"Volevo ucciderla, sa?" continuò l' uomo rivolgendosi a Namor "Non ci vedevo più dall' ira, ritenevo il creatore dell' onda responsabile di quanto accaduto. Un giorno la vidi su una panchina di Central Park, anche con quei vestiti da barbone e con la barba lunga la riconobbi. Presi una pistola, attesi la notte, poi venni da lei: stava dormendo. Io scoprii di non riuscire a premere il grilletto. Lei si svegliò e lo sguardo che mi lanciò mi fece capire il mio errore: ucciderla non mi avrebbe ridato Katia, anzi, probabilmente lei non avrebbe voluto che mi comportassi così. Ed io avevo promesso a me stesso che non le avrei mai dato una delusione. Mai".
"Si è mai pentito della scelta che fece quella notte?" chiese l' atlantideo.
L' uomo scosse la testa in segno di diniego:"Ho seguito con molto interesse le vicende che l'hanno vista protagonista in questi ultimi anni. Ed ho decisamente apprezzato la svolta che ha intrapreso recentemente: questa azienda dallo stampo ecologista… sento che potrà fare qualcosa di buono. Se l' avessi uccisa tutto ciò non sarebbe mai accaduto. E sarebbe stato un peccato, credo. Mi porta rancore per ciò che ho provato verso di lei?".
"Per niente. Anzi, se c'è qualcosa che posso fare…".
Lentamente l' uomo si rialzò dalla panchina:"Semplicemente continui su questa strada, è quella giusta. Addio". E così se ne andò. Namor non provò a seguirlo, ormai tutto era già stato detto tra loro due.
Oggi il presidente della Oracle guarda fuori dal suo ufficio: la panchina c'è ancora, l' uomo non più. Prende una macchina e si reca ad un cimitero lì vicino, dove vi è una tomba con questa incisione:
ALEXANDER HARRIS
ANIMA SEMPLICE, IMMENSO CUORE
Accanto a lui vi è la sua amata. Harris morì pochi giorni dopo il colloquio avuto con lui, secondo i medici fu un miracolo se era giunto fino a quel punto. Ma Namor capì subito che quell' uomo non si sarebbe arreso di fronte a nulla pur di fare ciò che si era prefisso, poiché era spinto dalla più grande forza che ci sia, quella dell' amore. All' atlantideo piace pensare che se ne sia andato in pace con sé stesso. L' ha conosciuto per un solo giorno, ma è stato uno degli incontri più importanti della sua vita, perché gli ha fatto capire una cosa, gli ha fatto comprendere perché fa quello che fa.
Lui ha commesso degli errori in passato, alcuni molto gravi e che sono costati la vita a persone innocenti. Dunque, possessione mentale o meno, sbalzi chimici o quant' altro, lui dovrà rimediare a quei suoi peccati, facendo sì che questo mondo, sia sott' acqua che sotto la superficie, non debba mai più subire alcuna devastazione.
Infine Namor torna alla Oracle, dove gli vengono passate alcune informazioni. Dunque chiama Dane:"Cavaliere, ho qui qualcosa che sono certo ti interesserà".
Hellcat
Il suo nome è Patricia Walker. Walker e basta, nessun altro cognome va aggiunto. Nel vedere la donna che è oggi qualcuno non la riconoscerebbe per la ragazzina che era ieri: sì, è proprio lei, Patsy, la star di famose serie a fumetti incentrate sulla sua vita. Con record di vendita tali da far impallidire Archie, Betty e Veronica. La madre era la vera mente dietro tutto questo, e secondo alcuni è stata solo la prima di una lunga serie di sfruttatori e manipolatori della sfortunata ragazza. La chiusura della linea di comics coincise con l' evento, reale anch' esso, apparentemente più lieto per la nostra eroina: il matrimonio col suo grande amore Buzz Baxter. Ma la vita coniugale non è mai come la dipingono nelle sit-com o nei fumetti, porta con sé anche molta sofferenza e numerose privazioni. Ad un certo punto i due si trasferirono presso la Brand Corporation: qui Patsy si ritrovò a salvare la vita ad Hank McCoy, il quale aveva recentemente acquisito la sua caratteristica pelle blu con cui a buon titolo
poteva definirsi Bestia. Patsy scoprì la sua identità segreta (a quell' epoca il povero Hank e la sua condizione mutante non erano certo al top delle preferenze della popolazione) e minacciò di rivelarla a meno che Bestia non le avesse garantito una vita avventurosa (evidentemente la cara rossa voleva tornare sotto le luci della ribalta). Hank ovviamente acconsentì, ma poco dopo sparì dalla circolazione e, quando Patsy lo ritrovò, lui si era già aggregato ai Vendicatori e la sua precedente identità segreta era ormai divenuta di dominio pubblico.
Patsy però non demorse: seguì i Vendicatori nel corso di una missione nel corso della quale ritrovò il costume un tempo appartenuto a Greer Nelson, la Gatta divenuta Tigra. Lo indossò e… quella vita di avventure fu sua (ironico notare che più o meno nello stesso periodo il suo ormai ex compagno Buzz diveniva il criminale Mad Dog, parallelismi della vita): inizialmente nei Vendicatori, successivamente nei Difensori, gruppo con cui ha condiviso le più importanti vicende della sua vita. Dapprima la scoperta in un' altra dimensione dell' oggetto mistico noto come Cappa delle Ombre, da cui poteva attingere a tutto ciò che si trovava in altri mondi (mostri compresi, con gran dispiacere dei suoi compagni di squadra), successivamente il tragico matrimonio con Daimon Hellstrom, il figlio di Satana.
Che almeno all' inizio tanto tragico non fu: Daimon aveva appena ripudiato la sua Anima Oscura e sembrava davvero un uomo nuovo. Solo che… certi marchi non te li puoi levare mai di dosso: il lato maligno dell' essere riemerse qualche tempo dopo e portò la povera donna dapprima alla follia ed infine ad una sorta di suicidio assistito per mano del Latore di Morte. Ma la sua anima rimase in una sorta di Limbo, consapevole che un giorno sarebbe tornata quando ci sarebbe stato bisogno di lei. La prima volta fu per mano del Sinistro Mietitore, durante una sorta di revival zombesco dei Vendicatori, la seconda e decisiva avvenne nel corso della recente crisi infernale quando si riunì finalmente al suo corpo. Patsy era rinata, ma doveva ancora abituarsi al mondo che era cambiato attorno a lei, nonché accettare il fatto che mali come Daimon Hellstrom esistevano ancora. Dunque si è presa un periodo di pausa, quantomeno dalle vicende supereroistiche, entrando nello staff di modelle di Millie Collins, una sua cara
amica.
"Brava, Patsy" dice lei "Meno sgraziata quando cammini sulla passerella, ecco, come se stessi per spiccare il volo. Quel vestito ti sta benissimo. Ah, cara, sei magnifica".
"Ti ringrazio, Millie. Quanti passaggi devo ancora fare, però, prima che crolli al suolo?".
L' ex modella sorride, un sorriso a trentasei denti:"Basta così per oggi. Ci vediamo domani".
Patsy scende dalla passerella e, dopo aver indossato un semplice completo di giacca e pantaloni, si avvia verso l' uscita. Qui vi è una persona di bassa statura, intabarrata in un ampio impermeabile che rende il volto praticamente invisibile.
Ma la donna capisce subito chi è:"Isaac, ma sei forse impazzito? Potrebbero scambiarti per un maniaco".
"Se vedessero il mio vero aspetto sarebbe peggio" replica Gargoyle "Senti, amica mia, sono qui per conto di Dane Whitman: vogliamo sapere se sei pronta a rientrare nei Difensori".
La donna scuote decisamente la testa:"Non ancora, sento che non è ancora giunto il momento. Inoltre mi trovo bene con questa nuova situazione. Sono spesso stata sotto i riflettori, ma così decisamente mai.
È… molto gratificante".
"Inizio a temere che tu non tornerai mai più tra noi".
"Se mai una tale eventualità si presentasse, Isaac… riusciresti a darmi torto?".
Dopo qualche secondo Gargoyle scuote la testa:"No, tu puoi fare una cosa del genere.
È anche per questo che a volte ti invidio". E detto questo esce. Patsy non prova a seguirlo.
Forse un giorno questa donna ritornerà gaia come un tempo, forse avrà ancora sete di avventure.
Perché è il voler vivere alla grande che l'ha portata a fare quello che fa.
Nottolone
Siete in cerca di una vita piena di tormento, dolore e perdita? Rivolgetevi a Kyle Richmond e verrete accontentati. Figlio di un celebre affarista, non ha mai avuto problemi di soldi: così la sua giovinezza venne spesa accanto ad auto di lusso, feste sfrenate e dulcis in fundo donne mozzafiato. Finché una sera una drammatica esperienza cambiò per sempre la sua vita: un terribile incidente stradale, per via del quale ritenne erroneamente di aver ucciso Mindy, una donna a cui era molto affezionato.
Le cose si complicarono quando gli venne diagnosticata una rara malattia al cuore: alla disperata ricerca di una qualsiasi cura, bevve una pozione magica che non solo lo guarì, ma gli fornì anche una superforza al calare della notte. Un vero Nottolone (o Caprimulgo che dir si voglia). Si imbarcò allora in una nuova vita al limite, una vita piena di atti criminali, compiuti da solo o in compagnia dello Squadrone Sinistro. Ma non per i soliti motivi per cui i criminali compiono atti malvagi (cosa poteva desiderare un uomo che aveva già tutto?), bensì per un inconscio desiderio di punizione, di morte. Kyle sperava così di ricevere il giusto castigo per il suo peccato originale, mai commesso peraltro, dal momento che Mindy era viva, anche se nell' urto era rimasta paralizzata.
E ad un certo punto quasi ci riuscì, anche se forse non come aveva sperato all' inizio: si ribellò infatti agli altri membri dello Squadrone, sacrificandosi per salvare la vita dei Difensori, che però si rifiutarono di lasciarlo andare e, passandogli parte delle loro forze vitali, lo riportarono in vita (specialità in cui ogni supereroe, soprattutto se mutante, eccelle). Kyle intravide allora una nuova visione, un nuovo modo per mondare i suoi peccati, altrettanto pericoloso, certo, ma che gli forniva più soddisfazioni. Entrò allora nel non-gruppo, divenendo il suo principale finanziatore e, ad un certo punto, persino il leader, l' anima di tutti.
Solo che le cose non erano destinate a durare: dopo aver ritrovato Mindy, unita ad altri cinque telepati, Nottolone si infiltrò nella base dell' Impero Segreto guidato dal Professor Power ed impedì il lancio di un missile nucleare che avrebbe distrutto la Russia. Sacrificandosi, ancora. Tutti lo ritennero morto, ma il buio che covava sotto le macerie in cui era rimasto sepolto guarì le sue gravi ferite: ritrovato da un equipe medica, riprese conoscenza svariato tempo dopo, ma con un marchio in più. Degli occhi preveggenti fornitigli da Mefisto. Occhi strappatigli con violenza da Darklady.
Rimasto cieco, Kyle può ora contare sull' apporto di Yvette Freeman, la sua più fidata collaboratrice, e recentemente ha scoperto di aver acquisito un nuovo potere, una sorta di senso radar che funge in pratica da surrogato della sua vista perduta. Ma deve ancora imparare a gestire questa sua capacità, se mai lo vuole. E forse oggi qualcuno potrà fornirgli una risposta.
Kyle è seduto nel suo ufficio, le mani incrociate. Si aspetta un' entrata teatrale, come successo la volta precedente, solo che stavolta non potrà ammirarla. Invece, molto più banalmente, ad un tratto la porta si apre e Yvette entra dicendo:"C'è una persona che dice di avere un appuntamento con te, un certo Mr. Drumm".
"Sì, lo stavo attendendo. Perdona la mia curiosità, come è vestito?".
"Come deve essere vestito? Come tutti noi, con giacca e pantaloni: certo, ha svariati orecchini ma questo ormai non fa più notizia".
Jericho Drumm entra nell' ufficio privato di Kyle Richmond, richiudendo la porta dietro di sé.
"E il rumore dei tamburi, il fumo?" chiede l' affarista.
"Roba del passato" risponde Fratello Voodoo "Molto pacchiana, anche. L' aria del pagliaccio in costume decisamente non fa per me".
"La prego, si sieda".
"Mi sono già seduto".
"Ah, scusi. Allora, come le ho accennato…".
"Sì, lo conosco il motivo per cui mi hai convocato nuovamente. Ma vuoi davvero andare a fondo in questa vicenda? Che cosa ne ricavi?
È tutto così inutile, soprattutto in questi giorni…".
"Ma se la pensa così perché ha deciso di venire?".
"Perché paghi bene" risponde Drumm con fin troppa sincerità "E comunque la risposta ai tuoi dubbi è presto detta, è tutta in quella tua dannata pozione magica. Quella è peggio del diavolo, amico, trova sempre il modo di riemergere, di migliorarsi, di superare le difficoltà".
"Insomma, mi ha dato la superforza di giorno in seguito al mio coma prolungato e adesso possiedo quel senso radar per compensare la mia cecità?".
"Con altre parole, ma è esattamente quello che dicevo io".
"E cosa devo fare?".
"Non sono la tua babysitter, maledizione!" esclama Fratello Voodoo "Non possiedo le risposte a tutte le tue domande. Dovrai cavartela da solo: sarebbe anche ora".
"Cosa le è successo ultimamente?" chiede Kyle "Si sente che le è capitato qualcosa di grave dal tono della sua voce".
Jericho avvicina il suo volto a quello di Kyle:"Amico, io ho visto cose per cui tu ringrazieresti di essere cieco. Ho visto creature che stanno per causare la fine del mondo e noi non possiamo fare nulla per impedirlo. Che scopo ha vivere a questo punto?".
"Lei è troppo arrendevole".
"Non farmi la predica, non hai passato quello che ho passato io. E comunque credo di aver adempiuto allo scopo per cui ero stato chiamato. Non ci sarà una prossima volta, dunque addio".
Quando la porta viene sbattuta, Kyle china il capo. Pochi secondi dopo entra Yvette:"Ma chi era?".
"Una persona che ha smarrito la via: ed ora non riesce più a ritrovare sé stesso" è la risposta dell' affarista.
Anche se attualmente inattivo, Kyle Richmond brama ancora di volare, di tornare nella mischia. Da un desiderio di morte ad una voglia di affrancarsi dal dolore: un percorso esistenziale che ci fa capire perchè fa quello che fa.
Valchiria
Guerriera di Asgard, patria di Odino il padre di tutti e del possente Thor, suo attuale sovrano. Tuttavia è una patria a cui Brunhilde ormai non torna più, le sue radici sono ben salde ormai sulla Terra, più di quelle del valoroso figlio di Odino. Forse perché è qui che ha trovato conforto, mentre veniva dimenticata sul suo mondo.
Brunhilde bramava una sola cosa: la battaglia. E su Asgard, grazie ai suoi numerosi nemici, essa non mancava mai. Solo che lei ne voleva sempre di più e, quando essa cominciò a scemare, scoprì un nuovo sentimento: la noia. Vagò per il regno, in cerca di una qualsiasi avventura: la trovò, ma non fu decisamente quella che aveva sperato. Amora l' Incantatrice la irretì e catturò la sua essenza vitale, che trasferì in numerose persone, a partire dall' assistente sociale Samantha Parrington fino ad arrivare alla folle Barbara Norriss. Quando Brunhilde riuscì a liberarsi della malefica influenza e di Amora e di Barbara, poté finalmente dire di essere rinata. Solo che certe cose non sono destinate a durare: in seguito alla lotta contro il Drago della Luna, un parto mentale di Dragoluna, finì in una sorta di limbo col compito di guidare le anime verso la loro destinazione finale. Il Dr. Strange, però, riuscì a ricontattarla e a farla ritornare sulla Terra tramite altri corpi ospiti. E l' ultima ospite aveva una
faccenda in sospeso, che dopo tanto tempo Brunhilde ha deciso di risolvere.
Sale le scale di una tipica casetta americana e, dopo qualche secondo di esitazione, suona il campanello: le viene ad aprire una donna dai capelli biondi sui trent' anni. La sua faccia fa un' esclamazione stupita:"Patricia?".
Ma Val scuote la testa:"Patricia non c'è più: si è sacrificata per salvarmi".
La donna la afferra per le spalle:"Ma cosa stai dicendo? Hai il suo stesso volto…".
"E la voce? Quella è diversa". La donna stacca la sua presa, intimorita. "Veronica" continua Brunhilde "Dovevo dirtelo da molto tempo, ho fatto male ad indugiare per così tanto tempo. Però una cosa la devi sapere: Patricia ti amava, eri la cosa più importante della sua vita. Ma non devi continuare a vivere nella sua ombra, devi rifarti una vita: sei ancora giovane e hai tutto il tempo di questo mondo".
Lacrime iniziano a scorrere sul volto di Veronica:"Ma… cosa le è successo? Come ti ha salvato?".
"La storia che devo raccontarti potresti trovarla incredibile, piena di fantasia. Ma è la verità, fino all' ultima parola. Vuoi sentirla?". Veronica annuisce con decisione. "Allora entriamo dentro: ci vorrà un po' di tempo".
Passano svariati minuti, finchè la porta si riapre. Le due donne escono e per qualche istante tra loro vi è solamente un pesante silenzio. Poi Veronica abbraccia forte Brunhilde:"Ti ringrazio, ti ringrazio davvero".
Brunhilde sorride:"Se vuoi tornerò ogni tanto a trovarti".
"Ci conto".
Dopo gli ultimi saluti, la Valchiria si allontana. I Difensori la stanno aspettando. "Hai compiuto la scelta giusta, Val" commenta Carol Danvers.
"Già: ma anche la più dolorosa" ribatte lei "Andiamo?". Voglia di avventura, di mettersi alla prova, sempre in cerca di nuove sfide alla sua altezza. E sempre in cerca di una sua umanità sotto quella scorza di dea guerriera. Per questo Brunhilde fa quello che fa.
Mach-1
Spesso la speranza arriva dove meno te lo aspetti: Abner Jenkins rappresenta un ottimo esempio di ciò. Tempo fa era un valente meccanico di una industria aerea, ma il suo lavoro mal pagato non lo soddisfaceva, voleva maggiori appagamenti nella vita. In un modo o nell' altro. Grazie alla sua ampia conoscenza della meccanica, costruì una armatura che gli permetteva di volare e, col nome in codice di Scarabeo, ingaggiò una battaglia con la Torcia Umana e la Cosa dei Fantastici Quattro, convinto erroneamente che una vittoria contro questi grandi eroi gli avrebbe portato quella fama da lui tanto ricercata. Ma come sempre accade in questi casi, gli andò male. E dopo cosa gli rimaneva se non la vendetta (beh, c' erano anche altre cose, ma diciamo che non le aveva ancora inquadrate)? Tuttavia, invece che Johnny Storm, Jenkins incappò nell' Uomo Ragno, più e più volte. Più e più sconfitte. Da solo o in compagnia di Testa d' Uovo e dei Signori del Male.
Probabilmente lo Scarabeo sarebbe continuato ad essere uno dei tanti sparring-partner dei vari supereroi se non fosse stato per Helmut Zemo: quando infatti gli eroi rimasero esiliati nel mondo alternativo creato da Franklin Richards, il Barone radunò altri supercriminali per la più grande truffa
mai perpetrata ai danni dell' umanità. Grazie all' aiuto di Fixer costruì una armatura più sofisticata e, abbandonato per sempre lo Scarabeo, assunse l' alias di Mach-1. La truffa di Zemo aveva un nome ben preciso: i Thunderbolts, i lupi travestiti da agnelli, che si costruirono una grande fama come supereroi solo in attesa di poter conquistare il mondo. Ma Zemo non aveva previsto proprio questo: che quella fama a molti piaceva, Jenkins l' aveva cercata tutta la vita e finalmente poteva abbrancarla. Senza contare che, dopo una vita di delusioni, riuscì a trovare l' amore grazie a Melissa Gold, Songbird.
E così alla fine, quando si trattò di scegliere tra Zemo e il bene dell' umanità, Abe e molti altri suoi compagni di squadra optarono per la seconda scelta. Ma una vita di malvagità non poteva essere redenta con un solo, per quanto valoroso, atto eroico. Abe, per dimostrare la serietà delle sue intenzioni, accettò addirittura di andare in prigione, per scontare la pena per un precedente omicidio da lui commesso. Dopo aver ottenuto la grazia, è entrato a far parte dello staff dei Vendicatori, ma non ha esitato un secondo quando il Cavaliere Nero gli ha offerto l' opportunità di entrare nei Difensori.
È un lavoro fatto perlopiù nell' ombra, ma che lo appaga e molto. È questo il motivo per cui fa quello che fa.
Recentemente Abe ha apportato, con l' aiuto di Fabian Stankowicz, ulteriori modifiche e migliorie alla sua armatura, ora più leggera e conformata al suo corpo. Tra le altre cose, può andare in modalità camaleontica: qualità che si rivela molto utile in questo momento.
"Posizione del soggetto, Mach-1" gli chiede il Cavaliere Nero attraverso la sua auricolare.
"È uscito fuori città, diretto a quel deposito di cui ci ha parlato Namor. Secondo me non c'è un istante da perdere".
"D' accordo, incontriamoci lì".
Abe plana, fino ad arrivare ad un immensa struttura apparentemente abbandonata (a questo mondo molte cose sono apparentemente abbandonate): sta attendendo l' arrivo dei suoi compagni quando sente un urlo provenire dall' interno. Non può indugiare. Sfonda la porta ed entra, ma qui qualcuno lo colpisce violentemente alle spalle, ha sentito l' urto anche attraverso la sua armatura. Si rialza subito, evitando così un altro pugno. L' impatto col terreno fa arrossare le nocche del picchiatore, che però pare non aver avvertito il colpo.
"Marko l' Uomo Montagna!" esclama Mach-1 "Ancora nel giro?".
"Sì, giusto per fartela pagare, Jenkins" ribatte il criminale.
"Ehi, ma allora ti tieni informato: non sapevo che la tua minuscola testolina potesse contenere così tante informazioni".
Irato, Marko carica a testa bassa. E questo segna la sua fine: Abe lo evita facilmente e lui va a sbattere contro il muro. Poi Mach-1 lo colpisce con un raggio stordente. La cui potenza è sufficiente a stendere il criminale.
"Peccato, ci hai tolto tutto il divertimento" afferma la Valchiria, entrando in quel momento nel deposito insieme agli altri Difensori. Tra le sue mani tiene un uomo con un camice bianco. "Sa, Dr. Zero, tutto avrei pensato tranne che l' avrei rivista nuovamente in giro".
Lo scienziato pazzo sorride:"Stavolta siete giunti troppo tardi, finti eroi. Ma come avete fatto a trovarmi?".
"Si è lasciato delle tracce dietro" gli risponde il Cavaliere Nero "I suoi nomi fittizi, l' usare a volte le carte di credito delle persone scomparse e tante altre sottigliezze… che non le riveleremo mai. La polizia l' avrebbe scovata prima o poi, ma ci avrebbe impiegato troppo tempo. Dove sono le persone tenute prigioniere?".
"Nei sotterranei. Andate, andate pure".
Gli eroi non si fanno pregare: ma stavolta il Dr. Zero non ha fatto un semplice proclama da supercriminale. Vi sono le persone anziane sparite, collegate ad un casco virtuale. Gargoyle si avvicina loro.
"Io non lo farei se fossi in lei" intima il Dr. Zero "Se li stacca da quei caschi moriranno: ormai sono totalmente dipendenti da esso".
"Cosa ha fatto loro?" sbraita Carol afferrandolo per il bavero.
"Ho dato loro quello che più desideravano: una vita. Ci pensi, queste persone credevano di aver raggiunto il massimo arrivando ad occupare un' importante posizione nella società ed avendo un forte reddito. Invece da quel momento dentro di loro è iniziato a crescere un vuoto: di sentimenti, di affetti. Di vita. Un vuoto che io sono riuscito a colmare: ora vivono nel loro mondo perfetto, per loro è più reale di questo mondo falso e corrotto. Del resto il sogno è sempre preferibile all' incubo".
Vi è qualche istante di oscuro silenzio, interrotto da Mach-1:"Cosa facciamo ora?".
"Temo che per ora non possiamo fare molto" risponde il Cavaliere Nero "Speriamo di essere giunti in tempo e che queste persone possano essere curate da Reed Richards o dai Vendicatori".
"Fatelo e torneranno da me. Sempre" ribatte il Dr. Zero "Questa è una battaglia persa, che non potrete mai vincere. Non si può sconfiggere la disperazione umana".
Carol a malincuore deve dargli ragione.
Alcuni minuti dopo, portato via il Dr. Zero dalla polizia, il Cavaliere Nero si avvicina ad Abe:"Bella la tua nuova armatura".
"Già, l'ho notevolmente migliorata" risponde lui "Sono in pratica un uomo nuovo. Dunque è giunto il tempo di darmi un alias nuovo. Da oggi in poi sarò MACH-2!".
Poi Carol si avvicina a Dane Whitman, sussurrandogli:"Non facciamo sì che anche attorno a noi si costruisca un vuoto. Proviamo a colmarlo".
E così, quella sera, dopo una notte diversa da tutte le altre…
"Spero di restare incinta" dichiara Carol Danvers.
"Sì, speriamo" conclude Dane Whitman.
Capitolo Quarto
IL RITORNO DEL CAVALIERE
Un tempo vi fu un' era oscura: gli Spettri Neri, alieni mutaforma discendenti da un ramo genetico degli Skrull, si rivelarono infatti essere un grande pericolo per l' esistenza stessa degli abitanti del cosmo. Ma poi da Galador giunsero degli eroi, i valorosi Cavalieri Spaziali, guidati da Rom, il più nobile di essi. Il conflitto durò secoli, molti eroi perirono, altrettante alleanze con abitanti di altre galassie vennero sancite. La più celebre di esse si ebbe sul pianeta Terra, dove la donna di nome Brandy Clark, pur di difendere il suo mondo, non esitò ad indossare l' armatura di Starshine. Proprio sulla Terra ebbe luogo l' aspra battaglia finale, al termine della quale gli Spettri Neri vennero banditi per sempre nel Limbo. Ma ciò non ha segnato la fine delle ostilità.
Galador.
"Presto, portalo subito a sua maestà!" ordina un uomo ad un
altro.
Costui prende un biglietto ed inizia a correre lungo le strade
affollate e piene di vita di Galadoria, la capitale del pianeta. Nel tragitto
passa davanti ad una statua raffigurante Rom con la sua celebre armatura ed il
Neutralizzatore ed un mugugno di disperazione viene emesso dalle sue labbra.
Giunge infine davanti al palazzo reale e si ferma, come se esitasse a compiere
il suo dovere: ed in effetti è così. Era un momento temuto da molto tempo, ma
ultimamente tra la gente di questo mondo era iniziata a sorgere la speranza che
non sarebbe mai arrivato, che il loro incubo aveva finalmente avuto termine. Un
castello di carte di illusioni crollato miseramente e toccherà a questo messo
dare il soffio decisivo.
Lentamente sale le scale, la gente che gli passa
accanto senza notarlo. Gli ultimi, flebili momenti di felicità. Giunto all'
interno una guardia lo blocca:"Dichiara il motivo della tua venuta".
"Porto
notizie a sua maestà. Gravi notizie".
"Quanto gravi?".
"Terribili. Nere.
Spettrali".
Il volto della guardia si incupisce e, dopo aver fatto alcuni
passi indietro, si allontana senza dire nulla al messo. Passano alcuni, febbrili
minuti. Poi una figura maestosa avanza: anche senza armatura il suo aspetto è
possente come non mai. Lui è Rom, colui che un tempo era il più nobile dei
Cavalieri Spaziali. Colui che secoli fa sacrificò la sua stessa umanità per
porre fine alla minaccia degli Spettri Neri. Come sia tornato in possesso del
suo corpo e come ora regni su Galador è una di quelle storie che sono entrate
nella leggenda, ma stanno decisamente per perdere la loro importanza.
"Dammi
il biglietto" chiede Rom. Il messo esegue. Il suo contenuto è breve, ma lui lo
legge e lo rilegge continuamente, come a volervi trovare uno sbaglio, una prova
che dimostri che dice il falso. Infine dice:"Possibilità di
errore?".
"Purtroppo nessuna: il nostro satellite ha ricevuto letture
precise".
"Dunque gli Spettri Neri sono tornati. E si trovano nuovamente
sulla Terra". Il messo china il capo sconsolato. Rom lo ringrazia, poi si reca
nelle sue sale private, dove potrà meditare da solo e in pace. Se di pace si può
parlare in questi momenti. Si mette le mani nei capelli, disperato:"Ancora loro.
Ancora loro. Ma questa guerra non finirà mai? Cosa devo fare per liberarmene?".
Rom ripensa ai tanti compagni, ai numerosi amici, caduti in guerra. Amici
galadoriani e umani: Steve Jackson, colui che per primo lo aiutò e decise di
dargli fiducia; Brock Jones, il valoroso Torpedo, barbaramente dilaniato dagli
Spettri Neri; Starshine; Firefall. E tanti, troppi altri. Dovrà di nuovo
rivivere il dolore per la perdita di una persona cara?
Ad un tratto qualcuno
bussa alla porta, può essere una persona sola:"Vieni pure avanti,
Brandy".
Nella stanza entra una donna dalla bellezza accecante, Brandy Clark
il suo nome: è la sposa di Rom. Ed il suo pianeta di origine è la Terra. Per il
suo sposo ha fatto di tutto, ha sacrificato la sua vita, i suoi amici, ad un
certo punto anche la sua umanità, è stata anch' essa una componente dei
Cavalieri Spaziali. Ed ha poteri esper attualmente latenti. "Cosa è successo,
caro?" chiede "È da diversi minuti che sei
qui dentro. Può voler significare solo gravi notizie".
Rom le porge il
messaggio ricevuto, anticipandole il contenuto:"Gli Spettri Neri sono
tornati".
Il volto di Brandy si contrae in un' espressione di terrore:"Dimmi
che è solo uno scherzo di pessimo gusto".
Il sovrano di Galador si alza dalla
sua sedia:"Purtroppo non lo è, è la cruda verità. Ma come è possibile? Erano
stati esiliati per sempre, non c' era alcuna possibilità di un loro
ritorno".
La donna lo circonda ad un braccio:"I secoli di guerra che hai
combattuto avrebbero dovuto insegnarti che spesso i conflitti sono duri a
morire".
Rom annuisce:"Dunque dobbiamo ricominciare. Da capo. L' ultima volta
che siamo stati sulla Terra fu per un matrimonio, adesso sarà per intraprendere
una guerra. Davvero dei netti opposti".
"Dunque hai già deciso di
partire?".
"Non ho altra scelta a mia disposizione, Brandy. Ma non lasciare
che la tua giustificabile paura tolga spazio alla logica: molte cose sono
cambiate da quando indossai la mia prima armatura da Cavaliere Spaziale. La
tecnologia è andata avanti ed oggi per poter andare in guerra non dobbiamo più
sacrificare la nostra umanità".
"Chi porterai con te?".
"Tutti i Cavalieri
a mia disposizione: non si faranno sconti agli Spettri Neri".
"Verrò anch' io
allora".
"Ma…".
"Non iniziamo a litigare, Rom: la Terra è il mio pianeta
natale e non intendo di certo rimanere qui immobile mentre corre un grave
pericolo".
Il sovrano del pianeta si incammina lentamente, fino ad arrivare
ad un' ampia finestra per ammirare il paesaggio. O fare finta di farlo. Poi,
dopo un intero minuto di silenzio, si volta verso sua moglie:"Allora, a quanto
pare, i nostri propositi di dare vita ad una discendenza dovranno
aspettare".
È questo che fanno gli
Spettri Neri: distruggono, destabilizzano. Sia che si tratti di oggetti concreti
che di affetti e sentimenti.
Laboratorio.
"Spiegami bene come funzionano questi aggeggi, Javelin" chiede
Rom.
"In modo molto semplice, mio sovrano" risponde uno dei suoi più fedeli
Cavalieri Spaziali, uno della seconda generazione. La prima è stata totalmente
sterminata: in parte dagli Spettri Neri, ma la maggior parte dalla loro stessa
brama di potere e follia. Dopo tanto tempo passato a combattere il male, ne
erano stati indelebilmente marchiati: si ribellarono così al loro mondo natale e
distrussero Galadoria. Per sconfiggerli, per sconfiggere coloro che fino a poco
tempo fa chiamava amici, Rom, col prezioso aiuto di Brandy, allevò una nuova
generazione di Cavalieri, grazie ai quali riuscì infine a prevalere. Seppur a
caro prezzo.
A Rom viene applicato sul braccio sinistro una sorta di
bracciale. "Ecco, vede questi due bottoni?" dice Javelin "Prema quello
bianco".
Rom esegue quanto richiestogli e, un attimo dopo, un' armatura
circonda il suo corpo:"Fenomenale".
"Armature olografiche, ma perfettamente
funzionanti come quelle normali. Anzi, più efficaci di quelle che si indossavano
un tempo: la loro capacità di fuoco è impressionante in quanto possono attingere
ad ogni forma di energia presente. Inoltre, premendo il bottone nero che vede
accanto a quello bianco, ci si può liberare dell' armatura senza problemi. Senza
sacrifici".
Rom lo preme e l' armatura sparisce:"Sono molto soddisfatto di
te, Javelin. Ora contatta tutti gli altri Cavalieri Spaziali".
"Certo, lei
dove si sta recando?".
"Da Axadar. Il Neutralizzatore".
Nel palazzo reale di Galadoria vi è una stanza piccola, ma
speciale, inaccessibile per chiunque eccetto che per il sovrano del pianeta. Qui
è conservato Axadar, il Neutralizzatore, l' arma che Mentus donò a Rom per
sconfiggere gli Spettri Neri. Un' arma che forse è qualcosa di più che un
semplice oggetto inanimato. Funziona un po' come il martello di Thor: solo chi
ne è degno è in grado di possederlo ed utilizzarlo. Sono passati tanti anni da
quanto Rom lo abbrancò per l' ultima volta: sarà cambiato qualcosa nel
frattempo? Sarà divenuto una persona diversa, non necessariamente migliore?
È giunto il tempo di scoprirlo.
A passi
lenti e quasi studiati si avvicina alla vetrina dove si trova Axadar. La apre e…
afferra il Neutralizzatore. Senza alcuna esitazione. Lo tiene in mano,
osservandolo da ogni tipo di visuale quasi fosse un oggetto sacro. Definizione
che non è in realtà troppo lontana dalla verità per gli abitanti di questo
pianeta. Subito dopo il sovrano sente antiche e a lui ben note energie
ricominciare a scorrere in lui. Il Neutralizzatore ha effettuato la sua scelta:
è Rom risulta essere sempre la carta vincente.
"Si va alla guerra" annuncia.
Piazza Torpedo.
Il principale luogo di incontro di Galador, dedicato ad un eroe
terrestre cui questa gente deve molto. Ora vi è un assembramento di folla
imponente, più di un milione di persone pronte ad ascoltare il loro sovrano.
Ovviamente la notizia del ritorno degli Spettri Neri non è rimasta confinata
nelle sale del palazzo reale e, prima che il terrore e i dubbi prendessero il
sopravvento sui suoi sudditi, Rom ha deciso di parlare loro:"Cittadini,
compatrioti, amici… Non è mia intenzione nascondervi nulla: il flagello
rappresentato dagli Spettri Neri incombe nuovamente su di noi".
Mormorii di
disperazione si propagano da numerose persone.
Rom alza una mano ed il
silenzio torna a regnare:"Ma questo è un evento che non ci ha colto affatto
impreparati. Questi ultimi anni li abbiamo passati ad affinare le nostre armi,
le nostre tecniche di combattimento… il nostro spirito battagliero. Siamo
pronti, pronti ad andare in guerra, a ricacciare gli Spettri Neri nel Limbo da
cui sono usciti: andrò personalmente sulla Terra per occuparmi di loro, per
impedire che il loro cancro maligno giunga fin qui su Galadoria. Nella mia mano
vi è Axadar, mio compagno fidato, il giusto castigo per quegli alieni mutaforma:
non importa quale aspetto assumano, io li scoverò e li sconfiggerò. Fino al mio
ritorno, questo regno verrà gestito dal saggio Kramar. Io… non so cos' altro
dire, lascerò che siano le mie azioni a parlare per me: tornerò presto. E
tornerò vincitore".
Il cipiglio da condottiero sicuro delle proprie forze Rom
lo ha acquisito in questi anni in cui è stato sovrano. Oggi si nota la sua
utilità quando un boato di approvazione prorompe dalla folla. Ma nel cuore di
Rom e di Brandy Clark in questo momento vi è spazio solo per la preoccupazione e
l' incertezza sul proprio futuro. Sul futuro della loro gente.
Sito di lancio.
Due astronavi sono state approntate, dieci Cavalieri sono
pronti ad accingersi all' impresa: Sentry, Hammerhand, Firefall, Pulsar,
Starshine, Lightningbolt, Javelin, Scanner, Terminator, Liberator. Sette uomini
e tre donne, una nuova generazione di guerrieri dal nome glorioso, una nuova
speranza di pace. Ed infine vi sono loro, Rom e Brandy Clark, il primo già
attorniato da una nuova e più moderna versione della sua celebre armatura
bianca. Nelle sue mani, il Neutralizzatore pare quasi essere attorniato da una
aura magica.
"Quando potremo partire?" chiede il sovrano del pianeta.
"Il
lancio avverrà tra circa un' ora" annuncia Pulsar.
L' impazienza, l' angoscia
sul volto di Rom è ben palese.
"Cosa ti accade?" chiede sua moglie.
Lui la
porta in disparte:"È come se una sensazione
nuova si impadronisse di me, una sensazione che non riesco a padroneggiare
pienamente. Sono già stato in guerra con gli Spettri Neri in passato, per secoli
interi, eppure… qualcosa dentro di me mi dice che stavolta sarà più dura del
solito. Che possa aver perso il mio tocco. Che non ce la farò".
"Ascolta,
caro" dice Brandy cingendogli le spalle con le sue braccia "Renditi conto di
questo: tu sei lo spirito, la personificazione del coraggio di questi giovani
che stanno ai tuoi ordini. Se tu ti dimostri debole, privo di fiducia, allora
anche loro ti seguiranno in questa discesa. E non renderesti un buon servizio al
tuo popolo, a me, ma soprattutto a te stesso. Ora capisci perché sei così
importante?".
Rom la osserva in volto per alcuni secondi poi, liberandosi
dalle sue braccia e girandosi verso gli altri Cavalieri:"Pulsar, vedi di far sì
di farci partire tra trenta minuti".
Un sorriso radioso appare sul volto
della donna Cavaliere:"Sarà fatto, sovrano".
"Rom. Da questo momento in poi
per voi sarò solo Rom. Sono pari a voi in questa vicenda, non superiore,
stampatevelo bene in mente". Poi torna da Brandy:"Grazie".
"Piacere mio".
Orbita della Terra.
Immensi spazi interstellari sono stati coperti in pochi giorni
grazie alle avveniristiche tecnologie galadoriane. Giorni che i Cavalieri hanno
passato ad allenarsi, a migliorare le proprie tecniche di combattimento, il
tutto sotto la supervisione di Rom, il più esperto tra loro.
"Secoli di
battaglia e siamo ancora al punto di partenza" pensa il sovrano "Come faccio a
non impazzire?".
"Signore, come ci comportiamo rispetto ai sistemi di
rilevazione terrestri?" chiede Starshine.
"Propongo di entrare nella
stratosfera in modalità camaleontica" propone Rom "Ho alcuni alleati sulla
Terra, ma più tardi la nostra presenza verrà rivelata a qualche esterno, meglio
sarà per tutti noi. Non voglio concedere nemmeno un minimo vantaggio agli
Spettri Neri. Sei sicura di poter evitare qualsiasi rilevazione?".
"Certo: la
tecnologia terrestre non è avanzata come la nostra". E questo è stato il primo
ed unico, ma tuttavia fatale, errore commesso dai Cavalieri Spaziali nel corso
della loro missione.
"Bene, riferisci la cosa anche all' altra nave".
I
due velivoli entrano nella stratosfera.
"Dirigiamoci nella nazione nota come
Stati Uniti, nella regione nota come Virginia" ordina Rom "Secondo i nostri
satelliti, gli Spettri Neri si annidano in gran numero da quelle parti".
Poi
va tutto a picco:"Nave stellare sconosciuta" dice una voce femminile "Precisate
chi siete e la natura della vostra visita".
Lo schermo esterno la
inquadra:"La conosco, si tratta dell' eroina nota come Capitan Marvel". Rom è
rimasto un po' indietro in fatto di appellativi supereroistici.
"Cosa
facciamo?" chiede Brandy.
"Starshine, prova a semi…".
Un violento
contraccolpo coglie allora lo scafo della nave. Evento che viene ripetuto anche
sull' altro mezzo.
"Dannazione, i sistemi di guida sono fuori uso" esclama
Starshine "Precipitiamo!".
"Signore, deve mettersi in salvo" si fa subito
avanti Liberator.
"Ma…" protesta Rom.
"Non c'è tempo per discutere,
signore, lei è troppo importante per questa missione: noi possiamo cavarcela, ma
lei deve uscire da qui".
"Non senza mia moglie, però".
Liberator
annuisce:"Presto, qui nelle capsule di teletrasporto. Le coordinate sono state
individuate, a circa venti miglia da qui. Non c'è tempo per i saluti: buona
fortuna… Rom!".
I due vengono avvolti da una aura dorata e, un secondo dopo,
spariscono alla vista. Intanto le astronavi continuano a precipitare, ma prima
che ciò accada la loro corsa, come per magia, bruscamente rallenta ed atterrano
in modo delicato, senza scossoni. Poi i portelli vengono violentemente
sradicati:"Tutti fuori, subito!" intima Wonder Man.
I Cavalieri Spaziali
potrebbero ingaggiare una battaglia, oltre a quell' essere avvolto da una strana
energia vi sono solo altre tre persone. Ma… e se fosse tutto un bluff? Se ve ne
fossero altre nascoste, pronte ad intervenire al minimo accenno di pericolo?
Inoltre hanno già dimostrato ampiamente la loro potenza e non sono certi che da
un confronto con loro ne uscirebbero vincitori, quantomeno non in tempi
brevi.
"Simon, non hai un po' esagerato?" chiede Songbird.
"Non hanno
risposto al nostro appello" risponde Wonder Man "Ed ora vedremo se sono
collaborativi".
Un altro eroe si avvicina ai Cavalieri, Visione:"Chi siete?
Da quale pianeta provenite?". Il sintezoide sta già cercando una risposta nei
suoi immensi database, ma non trova nulla, troppo diverso è l' aspetto di queste
armature galadoriane rispetto alle precedenti. Armature che non consentono di
rilevare le caratteristiche fisiche degli alieni.
"Non risponderemo a nessuna
domanda" ribatte Terminator in un perfetto inglese. L' addestramento ha compreso
anche l' apprendimento di questa lingua. Nella sua mente, come in quella degli
altri suoi compagni, risuona ancora l' avvertimento di Rom:"Più tardi la nostra
presenza verrà rivelata a qualche esterno, meglio sarà per tutti noi. Non voglio
concedere nemmeno un minimo vantaggio agli Spettri Neri". Il silenzio sarà la
loro unica arma.
Ma così facendo potrebbero aver condannato a morte il loro
pianeta ed il loro sovrano.
Ad alcune miglia di distanza.
"Ed ora cosa facciamo?" domanda Brandy Clark.
"Per prima
cosa" risponde Rom facendo scomparire la sua armatura olografica "Riassumo un
aspetto umano: Axadar fortunatamente svanisce insieme alla mia corazza e
riappare solo al mio volere. Così dovremmo passare inosservati. Speriamo che le
repliche dei dollari americani che abbiamo avuto il tempo di portarci dietro
superino i controlli, non dovrebbero essere troppo intensi. Mi dispiace
imbrogliare così della gente, ma anche noi dobbiamo mangiare".
"Con l'
astronave e gli altri Cavalieri… cosa abbiamo perso?".
"Praticamente tutto.
Ironico, tu ed io soli contro gli Spettri Neri: ho come una terribile sensazione
di deja vu". Poi Rom nota un cartello:"CLAIRTON, 5 miglia". "Ed ecco dove
andremo".
"Ne sei certo?".
"Non sono più certo di nulla a questo punto, ma
questa città può essere un buon punto di partenza. Ti va di rivedere i luoghi in
cui sei nata?".
"A dire il vero no" ribatte Brandy Clark "Ma in questa
missione devo mettere da parte tutti i miei sentimenti".
Rom le prende la
mano:"Andiamo".
Confini di Atlantide.
Namorita effettua un' ennesimo controllo alle sue
truppe:"Qualche notizia da parte delle forze di Attuma?".
"No, mia sovrana"
risponde Vashti "Sono accampati a poca distanza da qui, ma ancora indugiano:
come stanno facendo da giorni".
"Vogliono fiaccare la nostra volontà, ma non
ci riusciranno. Vogliono la guerra, la guerra avranno. Ma sarà alle mie
condizioni!".
Capitolo Quinto
UN GIORNO NELLA VITA DI UNA REGINA
Davanti a lei c'è Vyrra, uno degli scienziati più celebri di
Atlantide, esiliato per via dei suoi azzardati esperimenti. Costui le fa una
scioccante rivelazione:"Tu, Namorita, sei il più perfetto tra tutti i cloni che
abbia mai creato. Tu sei un clone di tua madre Namora, morta già da
tempo".
Poi la regina di Atlantide si risveglia madida di sudore, trattenendo
a stento un urlo: di nuovo questo sogno, un sogno che però riflette un
avvenimento davvero accaduto nella sua vita. Da tempo ha accettato questo fatto,
ha accettato la sua umanità, ma ogni volta che ci pensa non può far a meno di
rimanere sconvolta. Suo cugino le ha parlato spesso di sua "madre", è stata
accanto a lui durante la Seconda Guerra Mondiale, ma è morta ormai da molto
tempo.
Nita è stata molte cose nella sua lunga vita (incredibile a dirsi,
visto che ha un aspetto da ventenne, tuttavia la sua età biologica è molto più
alta): è stata soprattutto un' eroina, al fianco in particolar modo dei New
Warriors e di Nova, con cui ha recentemente interrotto una burrascosa relazione
amorosa durata parecchio tempo. Ora però è qualcosa di completamente diverso, è
una regina. La regina di Atlantide, dietro esortazione di Namor in persona.
Incredibile, Namor Sub-Mariner, uno degli uomini più orgogliosi presenti sulla
faccia della Terra, che le affida un compito così importante. Che confida in
lei.
Scende dal suo letto, si veste, poi guarda fuori dalla sua finestra.
Ancora uno stato di calma apparente, ma la tempesta non tarderà ad arrivare. Ad
un tratto qualcuno bussa alla sua porta.
"Avanti" dice lei.
Nella stanza
entra l' inumano Triton, che ha abbandonato la sua famiglia per trasferirsi in
questo regno che vede come una sorta di seconda casa. "Sei preoccupata,
Namorita?".
"Preoccupata, Triton? No, piuttosto direi in attesa. In attesa
che questa faccenda, questa guerra di nervi, finalmente finisca. E sono felice
che tu mi sia voluto stare accanto in questo momento difficile, invece di andare
alla ricerca della tua famiglia".
"Potrei fare ben poco, allo stato attuale
delle cose. Secondo i Fantastici Quattro, gli Inumani si sono recati nel cosmo
Kree per tentare di riprendersi la cittadella di Attilan. Comunque hai ragione,
non posso e voglio stare troppo tempo lontano da loro: quando questa faccenda
sarà finita, credo che seguirò le loro orme, scoprirò cos'è accaduto
loro".
"Allora andiamo a vedere com'è la situazione oggi" conclude Nita.
I
due escono dalla reggia: subito alcuni atlantidei si avvicinano alla loro
sovrana in caso di ogni sua necessità, ma lei a gesti fa capire loro di non aver
bisogno di nulla per il momento. O meglio, le servirebbe un po' di speranza, ma
quella dovrà conquistarsela da sé. Lungo il tragitto, incontrano Andromeda, la
figlia del prossimo invasore, Attuma. Stupefacente a volte la perseveranza di
certe persone: costui avrà tentato mille e più volte di detronizzare Namor. Una
volta ci è anche riuscito, ma poi le cose sono tornate al loro consueto posto.
Tuttavia continua, continua, non si arrende mai. Testardo come molti
atlantidei.
"Sono certa che oggi ci sarà l' attacco" dice
Andromeda.
"Anch' io ho come questo presentimento" ribatte Namorita.
"Da
cosa lo deducete?" chiede Triton.
"Conosciamo bene Attuma" è la risposta all'
unisono delle due donne.
"Namor si unirà a noi?".
"Namor non ci sarà"
risponde Nita.
Lo sgomento si dipinge sul volto dei suoi due compagni. "Come
mai?".
"Oggi è un giorno molto importante per lui. Importante per tutti noi.
Oggi si deciderà se Atlantide entrerà o meno a far parte delle Nazioni Unite.
Lui è stato chiamato come suo rappresentante. Lo conosco: se sapesse di quanto
sta accadendo qui, abbandonerebbe tutto. E questo non sarebbe un buon biglietto
da visita: persegue quest' obiettivo da troppo tempo perché esso venga
vanificato in un solo giorno. Inoltre sono certa che possiamo cavarcela anche
senza di lui".
"Un vero atteggiamento da sovrana" sorride Andromeda.
"Da
atlantidea" corregge Namorita.
New York. Nazioni Unite.
In una piccola saletta, Namor, vestito con un impeccabile abito
in giacca e cravatta, attende fremente. La vita riserva davvero delle sorprese:
sessantacinque anni fa si scagliava contro gli uomini di superficie, accusandoli
di ogni cosa, soprattutto della rovina della sua nazione. Poi ha conosciuto
degli alleati di questo cosiddetto mondo di superficie e, seppur non definendoli
amici, sono stati sicuramente per lui preziosi alleati.
Poi il suo mondo è
come se fosse precipitato in un abisso senza fondo: ha sofferto di una lunga
amnesia, si è risvegliato in un mondo per lui praticamente nuovo e sconosciuto.
Ed ha dovuto ricominciare tutto da capo. Ma si è comportato bene. E questa
giornata può segnare il suo più grande trionfo… o la sua più ignominiosa
sconfitta.
"È pronto?" gli chiede Andrew Bolt, l' uomo grazie al quale deve
il fatto di essere qui.
"Sì" risponde Namor.
"Allora venga, la stanno
attendendo".
Namor esce dalla saletta, percorre un breve corridoio, poi
scosta delle tendine. Lì vi è una scaletta che conduce ad un palco. In mezzo ad
esso vi è un podio ed un microfono. Decine di flash di fotografi iniziano a
brillare, c'è la stampa di mezzo mondo praticamente. Ma quello che più conta
sono le persone radunate sui seggi dell' assemblea, rappresentanti delle nazioni
di tutto il mondo che devono decidere se accettare o respingere un potenziale
nuovo alleato. Mascherando alla perfezione la sua tensione, Namor si dirige
verso il podio: tocca il microfono per sentire se è acceso. Poi inizia il suo
discorso, mentre attorno a lui si crea il silenzio.
Atlantide.
Eccola di nuovo qui, come ogni giorno, la postazione più
avanzata del suo esercito. A svariati metri vi è la prima linea dell' armata di
Attuma, stanchezza e tensione sui loro volti. Il loro leader non si vede in
giro. Ma non tarda ad arrivare: abbastanza sorprendentemente per un tipo come
lui sta sventolando una bandiera bianca.
"Voglio parlamentare" dice.
"Che
parola aliena per te, Attuma" commenta Namorita.
"Dico sul serio… regina.
Perché non vieni qui e lo scopri? Portati quante guardie del corpo vuoi, io non
ti farò alcun male".
"D' accordo. Voi due, venite con me" dice infine Nita
rivolgendosi a due guardie.
"Mia regina, non lo faccia" interviene Vashti
"Potrebbe essere una trappola".
"Sono consapevole dei rischi, mio fedele
consigliere. Ma attaccarmi equivarrebbe ad un suicidio per Attuma. Vediamo cosa
ha da dire".
Namorita si avvicina al suo avversario, fermandosi infine a tre
metri di distanza da lui:"Qui puoi parlarmi con tutta calma".
"Come desideri"
inizia Attuma "Vedi, potrà sembrarti strano quello che dico, ma io non desidero
questo conflitto a tutti i costi. Anzi, voglio se possibile evitarlo. Chissà,
forse le decine di batoste che ho subito nel corso degli anni mi hanno fatto
mettere a posto la testa".
"Ne dubito fortemente. Cosa vuoi?".
"Solo una
cosa: che tu e Namor ritiriate questo vostro proposito di entrare a far parte di
quell' organizzazione mondiale. Ma non ti rendi conto di cosa causerà questo?
Noi… che ci mischiamo con gli uomini di superficie, è andare contro la nostra
stessa natura, significa snaturare ciò che siamo. Io voglio solo questo, poi una
volta che la mia richiesta sarà stata soddisfatta tornerò ad Atlantide con i
miei uomini e prometto solennemente che non effettuerò più alcun attacco a te o
a Namor".
Nita rimane in silenzio per qualche secondo, poi ribatte:"Sai,
Attuma, la storia non è qualcosa di statico. La storia progredisce, è in
continua evoluzione. E a volte avvengono dei cambiamenti epocali, vuoi per una
nazione intera vuoi per un popolo. Stavolta tocca a noi atlantidei cambiare, ed
è un processo inevitabile, non si può più tornare indietro. Tornare indietro, al
nostro precedente status, sarebbe una involuzione. Non possiamo più rimanere
chiusi nel nostro isolamento, Attuma, non quando ormai il mondo sa da tempo di
noi: l' incontro tra la cultura atlantidea e quella umana deve essere forgiato.
Nel tempo e nella storia. Namor questo l'ha capito e non sta facendo altro che
seguire i suoi, i miei, i sogni e le aspirazioni di tutti gli atlantidei".
"Non bastava dire un semplice no?".
"Volevo solo farti capire
quale immensa idiozia avessi detto, Attuma".
"D' accordo" dice il suo
avversario alzando il tono di voce e mettendo sul chi va la le due guardie del
corpo della regina "Te la sei cercata: tra dieci minuti qui al mio segnale si
scatenerà l' Inferno".
"Russell Crowe l'ha detta meglio di te questa
frase".
Attuma non replica, anche perché non ha idea di chi sia questo Crowe,
e si volta per tornare dai suoi uomini. Ma prima ha un' ultima cosa da dire:"Ah,
volevo farti conoscere il mio più prezioso alleato, una nostra cara vecchia
conoscenza".
Da una sporgenza rocciosa esce un altro atlantideo,
inconfondibile.
"Krang?" esclama Namorita.
"Proprio io" risponde il
generale "Sono certo che Lady Dorma disapproverebbe quanto tu e Namor avete
fatto in questi mesi".
"Pensa, io invece sono convinta del contrario".
Non
vi sono repliche ulteriori, Attuma e Krang tornano indietro. Namorita fa
altrettanto, pronta a mettersi in prima linea nella guerra imminente.
New York. Nazioni Unite.
Per via di Charles Xavier e Magneto, questo edificio ne ha
viste ultimamente di tutti i colori. Ma le sorprese non sono certo
finite.
"Il mio nome è Namor MacKenzie e sono un mutante. Sono nato nel 1920,
mi mantengo bene vero?".
Parte spontanea qualche risata.
"Mio padre era il
capitano Leonard MacKenzie, mia madre Fen, un' atlantidea. Molti di voi mi
conoscono e probabilmente hanno di me una immagine negativa, del resto non più
tardi di qualche anno fa ho attaccato questo stesso edificio per liberare un mio
compagno. Tuttavia vi chiedo di allontanare dalla vostra mente quell' episodio
ed altri simili che possano venire alla vostra mente. Questo mondo è
profondamente cambiato da quei giorni, viviamo in un' era moderna che molti
considerano impazzita ed in cui anche un piccolo stato può attirare nel bene e
nel male l' attenzione delle superpotenze. Un' era in cui persone un tempo
osteggiate sono ora a capo di una nazione. Un' era in cui la presenza
supereroistica sta avendo un ruolo sempre più preponderante nella nostra
società: non sono più le solite battaglie eroe/criminale. Oggi vediamo
formazioni che intervengono in affari su cui prima nemmeno posavano gli occhi e
la loro stessa presenza in quel contesto prima alieno cambia la situazione
vigente. Dunque, vi chiedo di proseguire su questo solco, per cambiare sì le
cose ed in meglio. Le profondità marine sono ancora territori in gran parte
inesplorati, possiedono molti elementi che possono tornare utili all' umanità.
Noi atlantidei possiamo fornirvi queste risorse preziose, in cambio chiediamo di
partecipare a questa vostra assemblea. Poiché sentiamo che anche noi possiamo
decidere del destino di questo mondo".
Namor termina il suo discorso poco
dopo: quando si allontana dal palco, ovviamente non c'è nessun applauso che lo
segue. Anche se ad un certo punto gli pare di sentire delle persone che
approvano quanto detto. Sentimento che Bolt gli conferma:"Si è comportato
benissimo".
"Secondo lei cosa decideranno?" chiede Namor.
"Mi creda, ormai
è solo una semplice formalità. Atlantide fa già parte dell' ONU".
Atlantide.
La battaglia inizia con urla e fragori di lance, spade e scudi.
Per svariati minuti sembra debba predominare una eterna situazione di stallo,
finchè gli atlantidei capeggiati da Namorita iniziano lentamente ma
inesorabilmente ad avanzare. Dunque i pezzi grossi decidono di andare in prima
linea.
"Avanti!" incita Krang "Non indietreggiate, provate a…". Un violento
pugno interrompe la sua esortazione, ma il generale non perde i sensi. "Chi sei
tu, strano essere?".
"Mi chiamo Triton, atlantideo. E ti chiedo di arrenderti
prima di assaggiare l' inevitabile sconfitta".
"Sconfitta? Non conosco questa
parola".
"Allora preparati a ricevere un' amara lezione" conclude l'
Inumano.
Ben presto si capisce chi avrà la meglio: la lunga ed adeguata
preparazione dell' esercito atlantideo guidato da Namorita è sicuramente
superiore a quella abbozzata e non unita degli uomini di Attuma e Krang.
Ciononostante, il padre di Andromeda dà del filo da torcere a chiunque osi
affrontarlo, finchè si ritrova davanti a coloro che più desiderava osservare: la
sovrana di Atlantide e la sua odiata figlia.
Le due donne lo guardano in
faccia, poi senza preavviso si lanciano al suo attacco. Attuma para tutti i loro
colpi, poi con un violento manrovescio si libera di Andromeda. "Figlia degenere"
la canzona. Un breve attimo di distrazione che dà a Namorita la possibilità di
penetrare nella sua breccia difensiva e di tempestarlo con quanti più pugni e
calci gli riesca possibile sferrare. Attuma, però, pare non sentire nulla di
tutto ciò e ad un certo punto la afferra per la gola.
"Allora, Namorita" dice
"Come ci si sente ad essere sconfitti?".
"Lasciala subito andare!" gli intima
qualcuno. È Vashti, ma non è solo, ci sono decine e decine di atlantidei dietro
di lui. L' esercito del tiranno è stato sconfitto e la caduta di colui che li ha
comandati non è lontana.
"Ah! Pensate davvero di…".
Con un urlo collettivo
gli atlantidei e Vashti, che pare non risentire della sua età avanzata in questo
momento, si scagliano contro Attuma, letteralmente ricoprendolo. Lui è costretto
inevitabilmente a lasciar andare Namorita, che osserva stupita e soddisfatta la
combattività dei suoi simili. La sua voglia di libertà: l'hanno seguita, l'hanno protetta, l'hanno portata alla vittoria. Perché è la loro regina e si
fidano di lei.
Nazioni Unite.
"E dunque l' Assemblea ha deliberato" declama il Segretario
Generale "Che Atlantide venga ammessa nell' ONU e riconosciuto come stato
sovrano".
Un applauso parte spontaneo dai banchi dei rappresentanti, segno
che la votazione ha avuto un largo consenso, mentre Namor fa un sorriso
compiaciuto. Molti giornalisti vorrebbero fargli un' intervista, ma lui per il
momento li scansa tutti: ci sarà tempo e luogo per parlare, ora deve andare a
comunicare la lieta notizia al suo popolo.
Atlantide.
Krang spara, con una pistola energetica, un colpo verso Triton,
che però compie un poderoso balzo verso l' alto, evitando la raffica. Krang non
demorde e spara altri colpi, i quali non vanno ugualmente a segno. Infine l'
inumano approfitta di un suo momento di distrazione, precipitando verso di lui e
mettendolo ko. Decisamente non è stato un ritorno trionfale per il
generale.
Intanto anche Attuma è stato messo fuori gioco da tutti gli altri
atlantidei: sul suo volto si legge il dolore della sua più ignominiosa
sconfitta. Poi, con un atto impensabile, Namorita decide di non mettere in
prigione gli uomini che erano al suo seguito, piuttosto offre loro una
possibilità di cambiare strada, servendo una causa migliore. Tali uomini, più
mal guidati prima che agguerriti, accettano di buon grado quest'
offerta.
Qualche minuto dopo giunge anche Namor. "Cosa è accaduto qui?"
chiede.
"Oh sai" risponde Nita "La solita invasione da parte di Attuma. Ah
sì, c' era anche Krang".
"E tu sei riuscita a sconfiggerli da sola?" esclama
sbigottito l' ex sovrano.
"No, non da sola. Ma con l' apporto di tutti gli
atlantidei. Oggi non ha vinto una persona, ha vinto un intero popolo".
Namor
si circonda il mento con una mano:"Ah, cugina mia, ero certo di aver fatto la
scelta giusta mettendoti al mio posto".
"La tua presenza qui ed il tuo volto
lieto mi fanno capire che la nostra richiesta all' ONU sia stata
accolta".
"Esatto, ora servirà qualcuno che ci rappresenti presso l'
Assemblea Generale. Io ho i miei impegni con la Oracle, tu con questo regno.
Dunque questo compito dovrà assumerselo qualcun altro. Ed io avevo pensato
proprio a te" conclude indicando Andromeda.
"Io?" esclama stupita la figlia
di Attuma "Non pensavo che…".
"I tempi stanno cambiando, Andromeda"
interviene Namorita "E serve l' apporto di tutti perché essi possano migliorare
sempre più. Sì, tu sei la candidata più adatta: hai rinnegato l' eredità
malvagia di tuo padre e ci hai aiutato a sconfiggerlo".
"Accetto" dice infine
Andromeda.
"E tu, Triton? Cosa conti di fare ora?".
"Credo che rimarrò
ancora un po' con voi" dichiara l' inumano "Ad aiutarvi a costruire questo
futuro migliore da voi aspirato. Forse ho perduto la mia prima famiglia, ma ne
ho appena guadagnata un' altra".
"Allora andiamo a parlare al nostro popolo"
afferma Namor "Andiamo a dire loro che il nome di Atlantide da questo giorno in
poi rientrerà di diritto nei libri di storia!".
Esterno dell' agenzia Millie Collins.
Nel freddo che domina la giornata, Patsy Walker, avvolta in un
pesante cappotto, si reca presso il suo luogo di lavoro. Non è stata con le mani
in mano in questi giorni, oltre a fare la modella pensa di avere del talento
anche in altri campi. Per questo ha disegnato alcuni abiti: li mostrerà a Millie
e… speriamo in bene. Prima di entrare nell' edificio, passa davanti ad un'
edicola, che mostra le prime pagine di svariati giornali che parlano dell'
ingresso di Atlantide nell' ONU. Piena di curiosità, Patsy compra un quotidiano
ed inizia a leggere avidamente.
Immersa nella lettura, non si accorge di
qualcuno che la osserva all' altro lato della strada. Quel qualcuno è Robert
Baxter, il suo ex marito nonché il supercriminale Mad Dog. Ha atteso anche
troppo, tra pochi minuti la attaccherà e… le farà molto male.
Capitolo Sesto
CANE (PAZZO) & GATTA (INFERNALE)
Agenzia di modelle Millie Collins.
Con maestria, Patsy cammina lungo la passerella, un lungo abito
bianco che la fa sembrare quasi un angelo. Il suo sorriso è smagliante, sembra
quasi che la donna si sia lasciata alle spalle tutte le sofferenze di questi
anni passati. Tuttavia certe cose non puoi scrollartele di dosso e di notte
ancora si sveglia di soprassalto, madida di sudore: spesso crede di vedere
qualcuno ad una finestra, si illude sia Daimon Hellstrom tornato a
perseguitarla. Ma non c'è mai nessuno, è solo profonda paranoia. Non vorrebbe
pensarci, ma non è in grado di fare altrimenti: si rivede deperita, uno
scheletro che cammina. Si rivede suicidarsi e sparire in un limbo oscuro da cui
è emersa solo svariato tempo dopo. Si è suicidata… si è tolta la vita, quella
vita che lei era giunta alla fine a non tenere in nessun conto. O forse l'ha
fatto solo per farla pagare a Daimon, per averla lasciata sola, per averla fatta
impazzire con la sua Anima Oscura.
È cambiato qualcosa oggi? Sì, Patsy ha
ormai ripudiato Daimon, non vuole nemmeno pensare alla sua esistenza, al male
che rappresenta. Non vuole impazzire di nuovo. La sua vita deve valere
qualcosa.
"Tesoro, sei perfetta" commenta Millie "Non so più cosa dirti per
complimentarmi con te, non so più cosa insegnarti: questo mestiere ce l'hai
proprio nel sangue".
"Ti ringrazio, amica mia" dice Patsy scendendo dalla
passerella "Devo fare altri passaggi?".
"No, direi che per oggi è
sufficiente. Andiamo nel mio ufficio, mi avevi detto che volevi farmi vedere
qualcosa".
"Sì, grazie per avermi aiutato così tanto, Millie. Non so dove
sarei ora senza di te".
"Ehi, Patsy, sei una donna forte: emergeresti in ogni
caso".
Donna forte? L' ex eroina non ne è tanto sicura.
Clairton, Virginia.
Ai confini della città vi è una casa abbandonata, eppur ancora
in buono stato. È la casa un tempo appartenuta a John e Sarah Clark, i genitori
di Brandy uccisi tempo fa dagli Spettri Neri. Quasi non riuscivano a credere
alla loro fortuna lei e Rom: avevano trovato un rifugio sicuro e dove non passa
mai nessuno. Il fatto che gli Spettri Neri ancora non sappiano della loro
presenza è un gran vantaggio, ma potrà durare a lungo?
"Allora, siamo qui da
tre giorni" dice Brandy "Cosa conti di fare?".
"Ho cercato di valutare la
situazione" spiega Rom "Ieri, rischiando molto ma era necessario, mi sono recato
all' abitazione dove un tempo risiedeva Lorraine Jones, la moglie di Torpedo. Ma
a quanto pare si è trasferita: era un' utopia sperare che fosse rimasta qui dopo
tutto quello che ha dovuto passare. Peccato, perché si sarebbe potuta rivelare
una importante alleata".
"Dunque?".
"Dunque siamo soli più che mai. La
tattica che consiglio di usare, quantomeno all' inizio, è quella di cogliere
ogni Spettro Nero quando è solo ed attaccarlo a sorpresa. E poi esiliarlo nel
Limbo".
"Quando partiamo?".
"Andrò da solo. Però ho un compito per te: vai
in città e vedi di capire dove possa annidarsi l' opera degli Spettri
Neri".
"Non è un modo poco sottile per liberarsi di me?".
"Brandy, sai che
sei la cosa più preziosa che ho al mondo. Per questo, se posso evitare di
preoccuparmi per te quando sono in battaglia, ti tengo lontana dai pericoli. Lo
so che sei animata da una voglia di fare encomiabile ma, con tutti gli altri
Cavalieri catturati, da sola non è sufficiente".
La donna china il capo, poi
annuisce:"E tu dove ti recherai?".
"Qui nelle vicinanze: mi ricordo che un
vecchio covo di quegli alieni mutaforma era nella ex miniera di questa città.
Proverò a dare un' occhiata lì".
Agenzia di modelle Millie Collins.
L' ex stella della passerella osserva con grande attenzione i
fogli che ha davanti, fogli che contengono i disegni di una linea di abiti
ideata da Patsy Walker, in trepidante attesa aldilà della scrivania. Alla fine
li posa sul tavolo, un eterno sorriso stampato sulla sua faccia:"Tesoro, non so
cosa dire. Sono… fenomenali, soprattutto se consideriamo il fatto che questa per
te è stata la prima prova come disegnatrice di moda. Ma si vede che ci hai messo
il cuore, la passione dentro".
"Ti ringrazio, Millie. Allora…".
"Non posso
e non voglio prometterti la Luna. Però la mia agenzia ha dei contatti con
importanti case di moda. Metterò una buona parola per te. Ma credimi, più dei
miei discorsi conteranno i fatti. Conteranno questi" conclude posando una mano
sui disegni.
Patsy osserva affascinata la sua grande amica:"Ma come fai,
Millie?".
"A far cosa, tesoro?".
"Ad essere sempre così solare,
sorridente. Non hai mai un capello fuori posto, hai sempre una buona parola per
tutti, non fai mai mancare il tuo appoggio per ogni iniziativa. Come fai a far
questo?".
Come per magia, il sorriso scompare dal volto di Millie. "Non è
stato facile, sai, Patsy? Sul finire della mia carriera di modella osservavo con
rabbia ed invidia le mie colleghe più giovani e scoppiavo a piangere nel pensare
che presto nessuno si sarebbe più ricordato di me. Poi ho capito che arrendersi
in quel modo non era da me: mi sono rimboccata le maniche, come si suol dire, e
terminata una parte importante della mia vita ne ho iniziata un' altra. Con lo
stesso entusiasmo che aveva contraddistinto la precedente perché era stato ciò
che mi aveva permesso di andare avanti, di sfondare. Certo, spesso certi miei
atteggiamenti come i sorrisi, le parole dolci, sono una maschera, una facciata,
soprattutto quando hai un matrimonio fallito alle spalle e senti le
responsabilità su di te davvero ingombranti. Ma non devo far sì che le
difficoltà della mia vita rovinino ciò che di buono ho costruito per me… e per
altre persone".
"Non immaginavo…".
"Devi farlo anche tu, Patsy. In questi
giorni ti ho visto davvero giù di morale, con poca verve. Dove è andata a finire
quella ragazza piena di gioia e voglia di fare che ho conosciuto tempo
fa?".
"A volte l' innocenza muore, amica mia".
"Certo, ma non dobbiamo far
sì che essa venga sostituita da una totale depressione. È un atteggiamento
sbagliato, accetta questo consiglio da parte di una che ha vissuto ciò. Reagisci
e vedrai che questo mondo ti sembrerà un po' meno cattivo di come
sembra".
"Ci proverò, Millie. Grazie per le tue parole".
Il sorriso
ricompare sul volto dell' ex modella:"Tesoro, sono qui per questo".
Le due
donne escono dall' ufficio e subito una segretaria richiama l' attenzione di
Patsy:"C'è un uomo che ha chiesto di lei all' ingresso".
"Un uomo? Chi?"
chiede la rossa.
"Non so, è avvolto da un ampio impermeabile".
"Ancora
Gargoyle?" pensa Patsy, che si reca a controllare. Ma l' altezza e la
corporatura dell' uomo che la sta aspettando decisamente non si adattano alle
fattezze di Isaac Christians.
"Salve, io…" inizia la donna.
"Perché non mi
ami più?" chiede l' uomo.
"Cosa?".
"Perché non mi ami più?" urla poi,
togliendosi l' impermeabile.
Patricia Walker non ha nemmeno il tempo di
urlare prima che Mad Dog balzi contro di lei.
Clairton.
L' ingresso alla miniera è stato sbarrato con le consuete
sbarre di legno. Ostacoli decisamente non insormontabili. Rom trova una breccia
abbastanza ampia da poterci passare anche senza staccare nessuna sbarra e viene
accolto da una pesante oscurità. Marcia in avanti, deciso a camminare fino a
quando riuscirà ad intravedere la luce dell' entrata. Ma ben presto capisce che
la sua visita in questa miniera non sarà di breve durata: vede un' altra luce ad
alcuni metri di distanza e, lentamente, si avvicina ad essa. Giunge infine
davanti ad un piccola parete scoscesa, al termine della quale vi sono due uomini
(almeno apparentemente) che stanno trafficando con alcuni minerali.
"Perché
mai quegli alieni vorranno così tanto questi sassi senza valore?" chiede uno di
loro.
"Zitto e non discutere" ribatte l' altro "Lo hai visto il loro aspetto
e decisamente preferisco non mettere in discussione il loro giudizio".
Rom è
confuso: di quali alieni stanno parlando? Gli Spettri Neri? Strano, non hanno
mai usato degli umani come pedine ed in ogni caso tra i loro interessi primari
non vi era di certo la mineralogia. Può dissipare i suoi dubbi in un solo modo:
preme un bottone presente su un suo polsino, venendo attorniato dalla sua
celeberrima armatura color argento, un lampione praticamente in questo luogo
oscuro. Richiama poi dal subspazio il suo Analizzatore di Energia.
"Guarda,
cosa c'è lassù?" esclama uno degli uomini in basso.
Rom attiva l'
Analizzatore, un' aura cremisi che invade questo luogo un tempo solitario. E l'
immagine che gli rimanda non lascia adito a sorprese: gli esseri che ha davanti
sono proprio Spettri Neri. Molto, molto strano.
Agenzia di modelle Millie Collins.
Patsy non fa in tempo a scansarsi: il suo ex marito Robert
"Buzz" Baxter la ferisce con le sue unghie affilate all' altezza del petto.
Mentre alcune gocce di sangue colano sul pavimento, la donna spera che non le
sia stato iniettato del veleno letale. Ma già i suoi sensi si
indeboliscono.
"Perché non mi ami più?" chiede ancora Mad Dog.
"P… Perché
sei un bastardo" ribatte Patsy "E non intendo più sopportare le tue angherie!".
Si trova in un luogo affollato, ma non le importa. Patricia Walker si trasforma
in Hellcat e stavolta sono i suoi artigli a ferire Robert Baxter. Trenta secondi
e già lo scontro è entrato nel vivo. I due esseri dall' alias animale si
affrontano e si scontrano, ululando di rabbia e miagolando di indignazione,
ognuno ferisce l' altro con una rabbia guerriera senza pari. Tuttavia il primo
colpo inferto da Mad Dog quando Patsy non aveva ancora assunto la sua guisa
supereroistica fa presto sentire i suoi effetti: l' eroina barcolla e Mad Dog
alza la mano pronta a ferirla permanentemente al volto.
Ma qualcuno evita
questo suo intento: Millie Collins lo colpisce da dietro con un vaso. "Questo è
un luogo rispettabile!" esclama. Anche se l' impatto è stato molto violento,
però, il criminale dopo essersi piegato un attimo si rialza e con una sferzata
manda l' ex modella riversa al tappeto.
"Millie!" urla Patsy.
"Presto
condividerai il suo destino, puttana" afferma Robert Baxter.
Con un urlo
animale, Hellcat riparte all' attacco.
Clairton.
Rom attiva i suoi razzi ed atterra a pochi metri dagli Spettri
Neri.
"No" esclama terrorizzato un alieno mutaforma "Non puoi essere
tu!".
"Ed invece sono proprio io, criminale" ribatte Rom. Richiama poi dal
sub-spazio il suo Neutralizzatore e, prima che lo Spettro possa controbattere,
un raggio cremisi lo avvolge. Si apre allora un portale dimensionale, che porta
alla misteriosa dimensione nota come Limbo. Una dimensione in cui l' alieno
precipita con un urlo di disperazione.
Rom non fa in tempo a voltarsi per
fronteggiare l' altro suo opponente, che viene abbrancato. Lo Spettro Nero
rimasto si è tramutato in un orrendo mostro e con i suoi denti affilati tenta di
penetrare la corazza del galadoriano. Ma è uno sforzo vano. Rom si libera di lui
con una facilità impressionante.
"Oggi puoi aver vinto, Rom, ma sappi che
siamo tornati. Ed un giorno non lontano vinceremo".
"Chi erano quegli alieni
di cui parlavate prima?".
"Di quali alieni parli?" sorride malignamente lo
Spettro Nero.
"Feccia aliena, il Limbo è la giusta punizione per la vostra
empia razza".
Così attiva nuovamente il Neutralizzatore ed anche l' altro
alieno mutaforma precipita in un mondo dove non potrà più fare del male a
nessuno. Rom poi si guarda intorno: non c'è più nessuno e l' Analizzatore di
Energia conferma questa sua ipotesi. Ma questi due Spettri Neri sono stati solo
i primi di molti. Solo i primi di molti. E potrebbero non essere l' unica
minaccia che grava su Clairton e l' umanità intera.
Agenzia di modelle Millie Collins.
Mad Dog blocca prontamente un braccio di Hellcat,
torcendoglielo e strappandole un urlo di dolore. La colpisce poi violentemente
con un pugno all' addome, facendola piegare in due. Lì le da un calcio in bocca,
che oltre a mandarla riversa sul pavimento le fa spruzzare sangue. I suoi sensi
si annebbiano.
Poi vede Robert Baxter davanti a lei, che si sfila la
maschera. La afferra per il costume e le strappa la sua maschera, accarezzandole
il volto. "Sempre bello" commenta il criminale "Scommetto che per questo lavoro
conta moltissimo, soprattutto il sorriso. Chissà come apprezzerebbero una
modella senza denti e col volto sfregiato?".
Mad Dog alza il suo braccio, con
Hellcat impotente. Neanche due minuti e mezzo e già è stata sconfitta. Bella
rivincita su quello schifo che è la sua vita. Baxter cala il braccio… ma a metà
strada qualcuno glielo blocca con una possente presa.
Il criminale si volta,
trovandosi di fronte al volto demoniaco purpureo di Desmond Pitt, alias il
cyborg tecnorganico noto come Darkoth. Dietro di lui vi è Drax, che sta
prestando i primi soccorsi a Millie Collins, la quale fortunatamente non ha
riportato nessun grave danno. Sono entrambi due componenti della Guardia dell'
Infinito, nonché appartenenti allo staff della Fondazione Scientifica guidata da
Adam Warlock. Tra le cui proprietà figura anche questa agenzia. E si sa, mai
svegliare il Lui che dorme.
"Ora stai decisamente esagerando" dice
Darkoth.
"No!" grida Baxter. Balza al collo di Desmond Pitt, affondandovi i
suoi canini. Incredibilmente, riesce a penetrarlo, facendo urlare di dolore l'
eroe. Decisamente questo non è il Mad Dog che un tempo conoscevamo. Poi il
criminale sfonda una finestra. Drax per un attimo si avvicina a Darkoth, a
valutarne lo stato fisico. Quando lui a gesti gli fa capire che va tutto bene,
Arthur Douglas esce anche lui. Ma ha un' amara sorpresa.
"No!" esclama "Il
classico tombino per la fuga no!".
Drax scende immediatamente, ma come c'era
da aspettarsi davanti a lui si diramano decine di condotti: Mad Dog potrebbe
essersi infilato dovunque. Nonostante questo, l' eroe li ispeziona uno ad uno,
ma non trova niente e nessuno con suo gran dispiacere:"Non voglio pensare a
quando dovrò riferire a Adam di questa missione".
"Papà!" compare in quel
momento davanti a lui la proiezione mentale di sua figlia Heather "Tu e Darkoth
dovete ritornare subito alla base: Warlock richiede la vostra
presenza".
"Dragoluna, sto provando a…".
"Vuoi farlo attendere a
lungo?".
La risposta è scontata:"No, certo che no. Recupero Darkoth e vengo
subito".
Clairton.
"Dunque secondo te ci sarebbe un' altra presenza aliena qui a
Clairton?" chiede Brandy Clark.
"Non secondo me, ma secondo quegli Spettri
Neri che ho incontrato. Le loro parole non lasciavano adito a dubbi".
"E la
cosa ti preoccupa?".
"Mi inquieta più che altro. Perché qualunque razza in
grado di tenere scacco agli Spettri Neri è una razza capace di minacciare il
cosmo intero. E presto, ne sono certo, dovrò affrontarla: spero di essere pronto
per quel giorno. Lo spero davvero".
Agenzia di modelle Millie Collins.
"Dunque noi non perdiamo tempo ad affrontare inutili
supercriminali, eh?" esclama Darkoth "Aspetta che dica a Warlock quanto era
inutile quel tizio…".
"Sei sicuro di sentirti bene, Desmond?" chiede
Drax.
"Amico mio, io ho sofferto per anni le torture di Belasco. Nulla mi può
più piegare. E non sarà un supercriminale di serie B ad impedirmi di rivedere
mio figlio".
"Mi scusi" si fa avanti in quel momento una ragazza "Lei è
Darkoth della Guardia dell' Infinito? Mi farebbe un autografo, per
favore?".
"Uh?".
Contemporaneamente, decine di modelle attorniano Arthur
Douglas. "Drax, sei bellissimo!" ; "Drax, voglio un figlio da te!" ; "Drax,
voglio il tuo costume!" ; "Drax, ti voglio sco…".
"Credo sia meglio che ora
ce ne andiamo" glissa l' eroe "Vogliate scusarmi…".
"E chi se le sarebbe mai
aspettate le gioie della celebrità?" si domanda Darkoth.
"Adam, sicuramente"
risponde Drax "Più sto con lui, meno lo conosco".
La Porta si apre e Desmond
Pitt la oltrepassa. Prima che Arthur Douglas faccia altrettanto, però, si
rivolge a Patsy Walker, tornata in abiti civili:"Mi raccomando, non far sì che
ciò che è accaduto oggi ti deprima. Una sconfitta può capitare".
"E a voi è
mai capitata?" ribatte Hellcat.
Drax non risponde ed oltrepassa anche lui la
Porta.
"Strani tizi, vero?" si fa avanti Millie Collins "Dovresti vedere il
loro capo".
Patsy abbraccia la sua amica:"Meno male che stai bene, ho avuto
così tanta paura per te".
"Ehi, io sono una roccia: nulla mi piega. Tu,
piuttosto, come stai?".
"Mi sento come se un autocarro mi fosse passato
sopra".
"Mi riferisco soprattutto al tuo morale".
"Anche quello è messo
male. Ma non ho scordato le tue parole: saprò risollevarmi".
"Brava! Ed ora
che ne dici di un bel pranzo?".
Epilogo 1. Clairton.
"Come mai Jurt e Spam non tornano?" chiede Klez, leader degli
Spettri Neri a Clairton.
"Sono appena tornata dalla miniera dove si erano
recati" interviene un' altra aliena "Ed ho trovato solo due pile maleodoranti di
cenere".
"Cosa?" esclama atterrito Klez "Ma questo significa dunque che… Come
è possibile?".
"A quanto sembra il nostro antico flagello è tornato a
tormentarci. Io più di voi altri ho un conto in sospeso con lui e vorrei che mi
venisse affidata la missione di ucciderlo".
"E come conti di farlo?".
"Li
vedi quei due cani randagi lì davanti?".
Epilogo 2. Da qualche parte.
Una piccola botola si apre, introducendo in un' ampia stanza
che fa da contrasto alla fogna che si trova sotto di essa. Mad Dog vi entra e si
va ad accucciare accanto ad un' immensa sedia simile ad un trono sulla quale è
adagiato un uomo dai tratti indefinibili.
"Sei stato bravo, Mad Dog" dice l'
uomo accarezzando la testa del criminale, attorno a lui numerosi versi inumani
"È stato un grave errore da parte mia non aver previsto l' arrivo di quelle
altre due persone. Ma ci rifaremo. Ci rifaremo presto. Per adesso Shiver è
soddisfatto".
Epilogo 3. Manhattan, libreria Pickwick.
"Dunque, signore e signori" annuncia un uomo "Sono orgoglioso
di presentarvi l' autrice del libro Andata e Ritorno per l' Inferno, che
diventerà sicuramente ed in breve tempo un bestseller. Ecco a voi, Carol
Danvers!".
Parte un applauso da parte della gente radunata in questa
libreria, mentre la donna visibilmente emozionata prende posto. Subito tutti si
avvicinano a lei per farsi firmare la propria copia del libro, mentre
contemporaneamente le vengono poste svariate domande.
"Tranquilli, signore e
signori" li calma l' uomo, che è l' agente di Carol "Ms. Danvers sarà lieta di
rispondere tra poco a tutte le vostre domande".
Dall' esterno, due donne
osservano questa piccola e pacifica ressa.
"Sei sicura che quella potrà
rivelarsi utile per i nostri scopi, Deirdre?".
"Certamente, Yuriko. Quella
donna è stata una delle prime esponenti del nuovo femminismo e credo che non
potrà fare a meno di accettare la nostra offerta. Dopotutto… gli uomini sono
tutti uguali, no?".
È questa la semplice e demenziale filosofia di vita di
Superia.
FINE